Libero molla Santanché
La famiglia Angelucci ritira sé e il suo giornale di punta dalla concessionaria pubblicitaria di Daniela Santanché
Qualche giorno fa avevamo raccontato delle imprese di Daniela Santanché e della sua concessionaria pubblicitaria, Visibilia, fondata nel 2007 in società con la famiglia Angelucci e responsabile della raccolta pubblicitaria per il Giornale, Libero, il Riformista, Metro, Dnews e l’Ordine di Como.
Le sorti di Visibilia in questi anni sono state in bilico tra il grande successo e il grande naufragio. Da una parte il risultato di aver strappato il Giornale alla concessionaria della Mondadori, pure evidentemente legata al suo editore, e avere in generale un parco clienti di tutto rispetto; dall’altra gli scarsi risultati sul fronte della raccolta, con l’indebitamento della società che cresce e Libero e il Riformista che perdono ingenti quote di mercato.
Ora sembra – lo scrive ItaliaOggi – che Libero abbia intenzione di interrompere il suo contratto con Visibilia e tornare ad affidarsi a Publikompass, la concessionaria che ha gestito la sua raccolta pubblicitaria fino al 2007. La notizia in realtà è persino più grande di così, perché il disimpegno di Libero sarebbe conseguenza del ritiro dalla Visibilia della famiglia Angelucci, che di Libero è editrice. Santanché comprerà quindi le quote degli Angelucci, diventando proprietaria al 100 per cento della società Adv, che controlla Visibilia e Visibilia 2.
Le prime frizioni tra gli Angelucci e la Santanché erano iniziate già alla fine del 2009, quando l’attuale sottosegretario alla attuazione del programma aveva creato la Visibilia 2 per raccogliere la pubblicità al Giornale, testata concorrente di Libero. C’è stato, nel 2010, anche qualche problema di pagamenti arretrati e di canoni di affitto ancora non corrisposti da Visibilia per gli uffici milanesi di Vialel Majno, di proprietà degli Angelucci. Ma pure su questo fronte c’è intesa fra le parti, e sono già state previste le modalità e le rateizzazioni con cui Visibilia verserà i circa sette milioni di euro che deve agli Angelucci. Insomma, la partita si chiude senza polemiche né strascichi.
Anche ItaliaOggi scrive che adesso Santanché si concentrerà sulla scalata del Giornale, insieme a Vittorio Feltri e Alessandro Sallusti, allo scopo di alleggerire l’impegno nel quotidiano della famiglia Berlusconi, “stanca di ripianare perdite da trent’anni”. È più di una voce, visto che viene avallata dallo stesso Sallusti: “Mi risulta che ci sia un’intenzione seria di aprire il Giornale al mercato, soprattutto in presenza di conti che stanno dando segnali molto interessanti di risanamento e che nel giro di un anno saranno, ci auguriamo, risanati”. Il condirettore del Giornale parlò di una “squadra capitanata da Feltri” che poteva legarsi al Giornale “attraverso una partecipazione azionaria”.