Anche i finiani nel loro piccolo s’incazzano

Dopo la pubblicazione del documento su Montecarlo, i finiani rompono le trattative sulla giustizia col PdL

© Mauro Scrobogna / LaPresse
21-04-2010 Roma
Politica
Camera - adeguamento obblighi legge comunitaria
Nella foto: Italo Bocchino, Andrea Ronchi PDL
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21-04-2010 Rome
Politics
Chambers of Deputies - updating corrent legislation to European Comunity laws
In the picture: Italo Bocchino, Andrea Ronchi PDL
© Mauro Scrobogna / LaPresse 21-04-2010 Roma Politica Camera - adeguamento obblighi legge comunitaria Nella foto: Italo Bocchino, Andrea Ronchi PDL © Mauro Scrobogna / LaPresse 21-04-2010 Rome Politics Chambers of Deputies - updating corrent legislation to European Comunity laws In the picture: Italo Bocchino, Andrea Ronchi PDL

La storia di Fini e della casa di Montecarlo, che ha agitato la politica italiana prima dell’estate e ora sembrava in qualche modo finita nell’oblio, ha riconquistato visibilità e importanza negli ultimi giorni grazie alla pubblicazione di una serie di documenti e ora sembra possa addirittura condizionare in modo definitivo i rapporti tra Futuro e Libertà e il PdL, mettendo quindi in discussione più di quanto già non fosse il futuro della legislatura.

Il paradosso è che in questo caso la scintilla non ha direttamente a che fare con gli articoli pubblicati dal Giornale e da Libero, bensì con quelli di due sconosciuti quotidiani dominicani. Il primo, pubblicato sul quotidiano Listin Diario e ripreso oggi dal Corriere della Sera, scrive esplicitamente che “un documento ufficiale della Repubblica di Santa Lucia segnala che Giancarlo Tulliani è il titolare sia della Printemps Ltd che della Timara Ltd”. Sostiene quindi che AN abbia venduto la casa a Tulliani a un prezzo di favore, celandolo dietro le società offshore: una cosa che sia Fini che i legali dello stesso Tulliani hanno sempre negato. Poche ore dopo il documento viene pubblicato dal quotidiano dominicano El Nacional. Il Corriere della Sera ha scritto che “delle due l’una: o è un clamoroso falso oppure è la prova che il cognato del presidente della Camera è il regista di tutti i passaggi della casa di Montecarlo”.

I legali di Giancarlo Tulliani hanno diffuso una nota con cui affermano che il documento in questione è un falso e che Tulliani non è il proprietario della casa (che dovrebbe soltanto dare un segno di vita per chiudere istantaneamente l’intera vicenda, ma il segno di vita non arriva). La reazione dei finiani è stata ben più furiosa. Carmelo Briguglio, che è membro del COPASIR, ha chiesto ufficialmente al presidente D’Alema di assumere “una decisa iniziativa in relazione alla pubblicazione di atti di dubbia autenticità, se non addirittura falsi, formalmente intestati ad Autorità di Stati stranieri, con lo scopo di alimentare la campagna scandalistica contro la terza carica dello Stato italiano”.

«In particolare – aggiunge Briguglio – chiederò di approfondire, al di là delle smentite ufficiali, sia la possibile partecipazione a questa azione di dossieraggio di pezzi di Servizi deviati, sia l’attività della nostra intelligence a tutela delle massime cariche della Repubblica rispetto a manovre messe in atto anche all’estero ai danni del Presidente della Camera dei Deputati». «A fronte di responsabilità e competenze della Presidenza del Consiglio e del Ministero degli Affari Esteri, considero una gravissima anomalia – ha detto Briguglio – che tali atti siano pubblicati e utilizzati con grande evidenza dal quotidiano di famiglia del Presidente del Consiglio per alimentare una incessante campagna scandalistica ai danni del Presidente di un ramo del Parlamento».

Intanto le agenzie di stampa sostengono che i finiani avrebbero interrotto il dialogo sulla giustizia in corso con il PdL. “A fronte della disponibilità di Fli a trovare un’intesa che stabilizzi i rapporti all’interno del centrodestra”, scrive il Corriere della Sera, “si registra contemporaneamente un’escalation della campagna mediatica contro il presidente della Camera da parte della stampa vicina al presidente del Consiglio”. A una settimana dal discorso parlamentare di Berlusconi e del voto sulla fiducia, la cosa diventa piuttosto seria. I finiani comunque iniziano a coprire i colpi anche sul fronte della vicenda di Montecarlo: Italo Bocchino ha detto stamattina che “se dovesse emergere che la proprietà è veramente di Giancarlo Tulliani, Fini dovrebbe dare una risposta. Ma conoscendo Fini sono assolutamente certo che se questo è vero lo apprende anche lui oggi dai giornali”.