La Camera nega l’autorizzazione su Cosentino
La magistratura non potrà utilizzare le intercettazioni: i finiani avevano votato a favore
La Camera ha negato l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni a carico dell’ex sottosegretario Nicola Cosentino. La votazione si è tenuta a scrutinio segreto, e al termine si sono contati 308 voti favorevoli alla relazione della Giunta delle Autorizzazioni (quindi contrari all’utilizzo della magistratura) e 285 voti contrari. Tra questi anche i finiani, che avevano annunciato poco prima la loro decisione di votare per dare l’autorizzazione alla magistratura.
“Il nostro sì è dovuto a una ratio politica ed a una valutazione nel merito. E’ giusto utilizzare le intercettazioni che vedono coinvolto anche Cosentino nel suo stesso interesse e perché poi di fronte alla legge siamo tutti uguali”. Così Fabio Granata, deputato di Fli e vicepresidente della commissione Antimafia, conversando con i cronisti a Montecitorio, commenta il sì che il gruppo dei finiani dà all’uso delle intercettazioni dell’ex sottosegretario Nicola Cosentino. “Siamo tutti uniti – aggiunge – si vede che nei giorni scorsi non parlavo a titolo personale”. “Aumentato il solco con il Pdl? La differenza sui temi della giustizia c’é ed è uno dei motivi per il quale abbiamo creato un gruppo autonomo – spiega Granata – più che altro si conferma”. “Il voto del Parlamento non può essere motivato da ragioni di solidarietà o ostilità politica nei confronti di un collega. Non c’é alcun elemento che possa far pensare al fumus persecutionis”, ha spiegato Granata, “il nostro garantismo non è in discussione, come non lo è la tutela del diritto di indagini eque e rispettose di una difesa che, però, non è il Parlamento a dover esercitare”.
Trentasette i voti mancanti alla maggioranza, tra assenti e astenuti: e non è un buon segnale in vista del discorso di Berlusconi della prossima settimana e del futuro della legislatura, anche se le assenze e le astensioni di oggi potrebbero essere ripartite equamente tra gli schieramenti.