Cina e Giappone continuano a litigare sulle Senkaku
Wen Jiabao chiede il rilascio del capitano arrestato nelle acque contese con i giapponesi
Il premier cinese Wen Jiabao ha chiesto al Giappone di liberare immediatamente il capitano di una nave cinese arrestato il sette settembre nelle acque nei pressi delle isole Senkaku. Il capitano era stato accusato di aver causato la collisione con due imbarcazioni della guardia costiera del Giappone.
Nel suo primo intervento sulla disputa in corso tra i due paesi Jiabao ha gettato tutta la responsabilità sul Giappone, minacciando «ripercussioni» se la sua richiesta non sarà accolta. Il portavoce del governo giapponese, Yoshito Sengoku, ha auspicato il ritorno di «colloqui di alto livello con la Cina, che includano un dialogo d’insieme sulle questioni strategiche». La Cina ha sospeso da domenica i contatti diplomatici col Giappone per protestare contro la detenzione del comandante.
Le Isole Senkaku sono un insieme di isole non abitate appartenenti al Giappone, ma reclamate da tempo dalla Cina e da Taiwan. Il capitano Zhan Qixiong si sarebbe rifiutato di allontanarsi dalle acque contese come richiesto dalla guardia costiera giapponese e avrebbe quindi costretto le autorità marittime a procedere per bloccare l’imbarcazione. Qixiong ha 41 anni e rischia ora di passarne tre in carcere con l’accusa di aver opposto resistenza alle autorità marittime giapponesi.
Le isole Senkaku sono oggetto di una disputa territoriale che dura da oltre un secolo. Dopo la prima guerra sino-giapponese, la Cina cedette al Giappone l’isola di Formosa (Taiwan) e tutte le altre isole appartenenti alla stessa Formosa. Non fu mai chiaro se le Senkaku facessero effettivamente parte di Taiwan e dunque dovessero finire sotto il controllo giapponese.
Dalla fine della Seconda guerra mondiale al 1972 le isole furono controllate dagli Stati Uniti, che avevano occupato Okinawa. Quando gli statunitensi abbandonarono i territori occupati, sia la Cina che Taiwan richiesero di riottenere la sovranità sulle isole. Le ragioni della contesa, che continua ancora oggi, sono principalmente di natura economica. Le acque intorno alle isole Senkaku sono molto pescose e potrebbero anche nascondere altre risorse, come gas naturale e petrolio.