Teresa Buonocore, ammazzata a Napoli
Uccisa a pistolettate in pieno giorno, mentre andava a lavorare
Nei giorni scorsi è stata depositata la sentenza di primo grado contro un uomo condannato a 15 anni di carcere per aver compiuto violenze sessuali contro tre minorenni, a Napoli: “un imprenditore di Torre Annunziata” o “un geometra di 53 anni”, raccontano le confuse cronache giornalistiche, con precedenti violenti. L’uomo si trova adesso detenuto a Modena. Al processo, tre anni fa, si era costituita parte civile anche la madre di una delle bambine, che si chiamava Teresa Buonocore e aveva quattro figli.
Ieri mattina Teresa Buonocore, una signora di Portici di 51 anni, è stata ammazzata nella sua auto mentre guidava la sua Hyundai grigia in via Ponte dei Francesi, tra i cavalcavia e le ciminiere delle fabbriche. Due moto l’hanno affiancata e chi vi era sopra le ha sparato quattro colpi calibro 9. Teresa Buonocore è morta subito e la sua auto è andata a sbattere sul muro di cemento al lato della strada. La polizia ha arrestato quattro persone sospettate, e segue l’ipotesi che Teresa Buonocore sia stata uccisa per vendetta rispetto a quella sua denuncia. L’avvocato dell’uomo condannato per violenza ha protestato che il suo assistito non ha nessuna possibilità, in carcere dove si trova, di ordinare un omicidio.
Teresa Buonocore “era incensurata”, riferiscono ancora i giornali: elemento che in un’altra città forse non si segnalerebbe, ma a Napoli se si viene ammazzati a pistolettate non è scontato. Lavorava come segretaria in uno studio legale – dove stava andando ieri mattina – e aveva lavorato prima per tredici anni in un’agenzia di viaggi. Aveva due figli grandi da un primo matrimonio e due bambine più piccole con un padre di Santo Domingo, dove “aveva soggiornato per un periodo”, dice il Corriere (molti giornali hanno confuso il nome completo della figlia trovato su Facebook per i nomi di tre figli distinti). Prima delle denunce contro l’uomo condannato per violenze contro sua figlia, qualcuno le aveva dato fuoco alla porta di casa.
Non si può sapere, per ora, se Teresa Buonocore sia stata ammazzata a pistolettate perché aveva difeso sua figlia in tribunale: se Napoli sia un posto dove se difendi la tua bambina dalla violenza di un adulto, dopo ti sparano. Ma si sa già che Napoli è un posto dove ti sparano, dove ti inseguono e ti ammazzano a pistolettate in pieno giorno nella tua macchina, sotto un cavalcavia.
“Che differenza c’è, mi chiedo, tra la lapidazione e quello che accade qui?”, ha detto Elena Coccia, l’avvocato di Teresa Buonocore nel processo.