Ogni blogger avrà i suoi tre giorni di celebrità
Ragioni per andare alla Blogfest di Riva del Garda, questo weekend, spiegate da un veterano
di Simone Tolomelli
Io venerdì vado alla blogfest, e lo faccio per una valanga di motivi: tra i quali quello che ci sono sempre stato fin dalla prima edizione. ok, durante la prima edizione si presentava un libro che per una dose di fortuna che non s’è mai più ripresentata contava anche me come autore e la cosa mi faceva sentire un gran figo. ecco vado alla blogfest perché mi sento un sacco figo, lì. perché la gente mi incontra e mi saluta e a casa mia no. perché la gente che mi incontra e mi saluta e mi abbraccia alle volte, lo fa perché in un piccolo modo suo mi sta ripagando di quello che faccio gratis: scrivere per loro. e loro alle volte mi stimano e alle volte no. ma io mi sento un sacco figo lo stesso. e secondo me ho quel grado di felicità addosso di quando sei in un posto e gli altri ci sono anche perché ti vogliono vedere. e vale anche per me, che voglio vedere loro.
Ecco la blogfest non è più quella roba lì (quella di quando ho scritto quel racconto in quel libro) ma ci si avvicina, nonostante dal 2003 nel frattempo internet sia super cambiata e adesso le prime che ci vogliono essere sono le aziende. una volta lavorare-sulle-community era un’espressione che non voleva dire nulla, oggi ci sono delle professioni che si occupano solo di quello: “di esserci” e vuol dire esserci anche alla blogfest, soprattutto alla blogfest. che è fatta di gente che per lo più s’è vista raramente in faccia eppure in un modo o nell’altro è diventata amica. quella gente che ci passa spesso per le community che uno gestisce per lavoro; quella gente che quando prendi un video e lo pubblichi e lo fai perché ti pagano per farlo (e ti pagano per farlo perché a te piace fare quelle cose lì), loro lo commentano e lo fanno vedere ai loro amici eccetera. e allora ti continuano a pagare per farlo: perché hai una rete di contatti. che conta e che vale. meno ne hai meno fai community, più ne hai più ne fai. e per averne devi stare dentro le cose come la blogfest. è pr.
e poi ci sono tanti gruppi di amici più o meno adulti che per qualche giorno decidono di fare una gita delle medie, si sospendono dalla vita di tutti i giorni e stanno insieme. lì in mezzo ci sono quelli che parlano di cucina e tecnologia, si scambiano videogiochi e vestiti dismessi, lo farebbero comunque come lo facevano anche prima ma adesso usano delle cose che sono nate sul web come i Camp e le gli swapCamp, quindi è uguale a prima ma in più c’è internet.
E poi come in tutte le gite delle medie ci sono gli amichetti: e si va a fare un po’ di gara tra gruppi di amichetti. Poi si mangia, poi si dorme fuori, nel senso fuori casa, e ci sono quelli che senti sulle webradio e quando vai a riva li vedi in faccia e ti diverti con loro. e quelli che chiedono gli autografi a bordone mettendolo in imbarazzo, ma non è un vero imbarazzo: è un po’ come al primo paragrafo. è che ti senti figo. di una figaggine minimalista. che dura 36 ore. e poi vai a casa tua. blogstar dentro.