Israele chiede alla Russia di non vendere missili alla Siria
Intanto Mosca mette insieme una flotta di droni costruiti proprio da Israele, che non vuole nemmeno si vendano armi all’Iran
Il ministero degli esteri israeliano Avigdor Lieberman protesterà ufficialmente contro il governo russo per la decisione del Cremlino di vendere missili antinave di ultima generazione alla Siria. La scorsa settimana il ministro della difesa russo, Anatoly Serdyukov, aveva annunciato la vendita alla Siria dello Yakhont, un missile guidato da circa 230 milioni di dollari.
«Lo scambio non contribuisce alla stabilità e alla pace nella regione. Comunicheremo alla Russia la nostra posizione», ha dichiarato Lieberman.
La situazione tra Israele e Siria è tesa da decenni. Il New York Times scrive che, nonostante gli sforzi per arrivare una situazione pacifica tra le due nazioni, Damasco appoggia la lotta dei guerriglieri di Hezbollah contro Israele e la sua influenza in Libano, e ha più volte minacciato velatamente una possibile guerra per risolvere la disputa della regione di Golan, contesa dai due paesi ormai da oltre quarant’anni.
L’accordo, che risalirebbe a un patto stretto del 2007, ha fatto nascere anche le proteste degli Stati Uniti — alleati con Israele — che temono le conseguenze dell’affare, in particolare la possibilità che l’arma possa finire in mano “ai terroristi”. Un apparente riferimento a Hezbollah, che nel 2006 colpì una nave da guerra israeliana con un missile simile. Poche settimane fa, Israele aveva chiesto a Mosca di non inviare missili S-300 all’Iran sotto le sanzioni dell’ONU per il programma nucleare di Teheran. Intanto, la Russia sta mettendo insieme una flotta di droni costruiti proprio da Israele.