Rimanere con le cinture allacciate
L'economista Nouriel Roubini spiega che i guai dell'Europa e dell'euro dureranno ancora
Sul quotidiano finanziario francese Les Echos, l’economista Nouriel Roubini – uno degli osservatori più seguiti sull’economia mondiale di questi anni – consiglia di non abbassare la guardia sui guai dell’euro e del contiente.
Gli europei dovranno farsene una ragione: i problemi fondamentali della zona euro non sono finiti. A maggio il piano di salvataggio ha permesso di evitare un fallimento immediato della Grecia e il dissolvimento della zona euro. Ma oggi i differenziali dei tassi di interesse sono di nuovo al massimo.
L’accelerazione temporanea della crescita della zona euro nel secondo trimestre ha rilanciato i mercati finanziari, ma è ormai evidente che è stato un fenomeno passeggero. Il pil di tutti i paesi “periferici” della zona euro è in contrazione (Spagna, Irlanda e Grecia) o in aumento molto modesto (Italia e Portogallo).
Anche l’attuale successo della Germania è tutt’altro che solido e le misure di stimolo all’economia si sono trasformate in un programma di austerità, cosa che rischia di frenare la crescita. Inoltre sono terminate le riduzioni delle scorte, così come le altre misure di sostegno alla domanda (come gli incentivi alla rottamazione).
Il rallentamento della crescita globale – e il rischio reale di una ricaduta di Stati Uniti e Giappone – limiterà la crescita delle esportazioni, anche in Germania. Per gli altri paesi “periferici” della zona euro, i problemi fondamentali rimangono inalterati: disavanzo di bilancio e alti livelli di indebitamento, enormi deficit delle partite correnti e debiti del settore privato, perdita di competitività e così via.
Questo è il motivo per cui la Grecia è insolvente ed è inevitabile una ristrutturazione del suo debito pubblico. Sempre questo è il motivo per cui Spagna e Irlanda hanno seri problemi e anche l’Italia – anche se ha un bilancio relativamente più in salute – non dovrà lesinare i suoi sforzi.
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