La follia di Joaquin Phoenix era una balla
Casey Affleck ammette che il documentario su Joaquin Phoenix è tutto falso
Due anni fa Joaquin Phoenix, l’attore che aveva interpretato tra gli altri Commodo nel film Il Gladiatore e Johnny Cash in Walk the line, sembrava deciso ad abbandonare la sua carriera cinematografica per diventare una star del rap. L’11 febbraio del 2009 fu ospite del David Letterman Show per promuovere quello che sarebbe stato il suo ultimo film, Two Lovers. Si presentò con grossi occhiali scuri e una folta barba incolta e rispose a ogni domanda con farneticazioni sempre più confuse e svogliate, come se fosse sotto l’effetto di qualche droga. Letterman gli chiese di smettere almeno di masticare la gomma e lui gliela appiccicò alla scrivania. Alla fine dell’intervista, Letterman lo ringraziò dicendo: «Mi dispiace che tu non sia potuto essere qui stasera, Joaquin».
I’m still here, prodotto dalla Magnolia Pictures, era l’atteso documentario su quest’ultima parte della vita di Phoenix girato da Casey Affleck, amico e cognato di Joaquin. Uscito nelle sale americane la settimana scorsa, ha suscitato grandissima curiosità nel pubblico, impaziente di sapere quanto di vero ci fosse in tutta questa storia: le stranezze di Phoenix ampiamente circolate su YouTube avevano insospettito diversi scettici. Ieri Casey Affleck ha annunciato ufficialmente che è tutto falso, definendo il (finto) documentario la «performance definitiva» della carriera di Phoenix: «Non volevamo prendere in giro nessuno, volevamo creare uno spazio, farvi credere che quello che accadeva fosse reale». Quindi non era finto soltanto il documentario: era finta la pazzia di Phoenix, il suo sbroccare da Letterman, tutto.
Niente di quello che si racconta nel documentario è successo davvero. Neanche le scene iniziali, in cui si lascia credere che Phoenix stia nuotando con i suoi fratelli. «L’abbiamo girato alle Hawaii con degli attori», spiega Affleck «l’abbiamo registrato su una vecchia cassetta di “Paris, Texas” perché le immagini fossero più sporche». Tutto finto quindi: la droga, le prostitute, la scazzottata col pubblico durante una sua esibizione rap. Forse solo una piccola scena in cui Phoenix improvvisa un balletto con i suoi fratelli in una strada di Los Angeles imitando i Jackson Five parrebbe essere vera. «Volevamo che il pubblico potesse osservare il crollo di una star del cinema senza preconcetti», ha spiegato Affleck.
L’operazione non sarebbe stata possibile senza l’approvazione e il coinvolgimento di Patrick Whitesell, l’agente di Joaquin Phoenix, ha aggiunto il regista: «Era uno dei suoi clienti più famosi, ma lo abbiamo convinto che dovevamo far credere alla gente che avesse completamente perso la testa». Secondo il Los Angeles Times, Phoenix sta già ricevendo moltissime offerte per nuovi film. In Italia I’m still here è stato presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Il prossimo 22 dicembre Joaquin si ripresenterà al David Letterman Show, nella stessa cornice in cui aveva lasciato sconvolti i suoi fan con risposte inebetite e assenti.
https://www.youtube.com/watch?v=AuO75_hJgCQ