Il logo di Roma
Presentato ieri: non sostituirà quello istituzionale e in sostanza servirà, si spera, a fare dei soldi
Ieri il comune di Roma ha presentato il suo nuovo marchio, “destinato alla promozione culturale e turistica della città”. Il nuovo logo è stato scelto al termine di un concorso rivolto ad agenzie, professionisti e studenti di comunicazione, e non rimpiazzerà quello istituzionale: servirà per il merchandising, il marketing e la promozione della città. Ha vinto il logo dell’agenzia torinese Mediapeople s.r.l. per «la forza del richiamo alla tradizione classica, evidente tanto nella ricca iconografia del capitello quanto nello slancio della colonna sovrastata da una stilizzazione della leggendaria Lupa», ma già ieri qualcun altro aveva rivendicato la paternità del lavoro, minacciando azioni legali. Il Secolo spiega un po’ a cosa servirà il nuovo logo, approfittando delle parole dell’assessore alla cultura Umberto Croppi.
Croppi ha ricordato, nel corso della conferenza stampa, che molte città e territori occidentali hanno avvertito, da tempo, la necessità di avere un simbolo universale per essere rappresentate nella propria essenza (come il sole di Mirò, per la Spagna): e che Roma non aveva ancora colmato questa sua lacuna, a dispetto del formidabile consolidamento dell’idea di Roma, nel mondo. E così è nato il concorso: per scegliere un brand e adottare una ben diversa strategia commerciale. Ad esempio: «Serve per trattare con diversi partner senza servirci del logo del comune. Con questo brand noi diamo, su licenza, il nostro marchio di garanzia. A pagamento. Si tratta, insomma, di una forma di partnership avanzata, che inverte gli antichi equilibri tra pubblico e privato: e potrà diventare, nel tempo, un marchio di qualità, per prodotti e iniziative. Il marchio della città di Roma».