L’Islanda si processa per la bancarotta
L'ex primo ministro islandese potrebbe essere processato per il suo ruolo nel crack finanziario del 2008
L’ex primo ministro dell’Islanda, Geir Haarde, e tre ministri del suo governo potrebbero subire un processo per le loro responsabilità nel crack finanziario che portò alla colossale crisi economica del paese nel 2008. La commissione parlamentare che indagava sui fatti ieri ha reso noti i risultati del suo rapporto accusando i rappresentanti del governo di «estrema negligenza» e concludendo che dovrebbero essere processati dal Landsdomur, il tribunale speciale istituito nel 1905 per giudicare rappresentanti del governo accusati di reati commessi durante il loro mandato. La decisione finale spetta ora al parlamento.
La commissione d’inchiesta era stata istituita alla fine del 2008, poco dopo il collasso di tre delle maggiori banche del paese. Nel suo rapporto di 274 pagine, la commissione accusa le autorità del governo di non aver reagito di fronte all’eccessiva espansione delle tre banche Kaupthing, Glitnir e Landsbanki, e di avere avuto legami illeciti con i loro proprietari. Il collasso delle banche determinò il crollo economico e finanziario del paese e lo lasciò con un debito di oltre cinque miliardi di dollari verso Gran Bretagna e Paesi Bassi. Un debito che sta ancora pesando notevolmente sulla ripresa dell’Islanda, nonostante gli aiuti del Fondo Monetario Internazionale, e potrebbe rallentare il suo ingresso nell’Unione Europea.
Domani il parlamento islandese si riunirà per discutere i risultati dell’inchiesta e decidere se convocare il Landsdomur. La risoluzione finale della commissione d’inchiesta è stata approvata con una maggioranza molto stretta – cinque voti favorevoli e quattro contrari – e quindi renderà più difficile il pronunciamento finale dell’assemblea parlamentare. Se il parlamento dovesse decidere di procedere con le imputazioni, sarebbe la prima volta nella storia del paese che il Landsdomur viene convocato per intero. L’attuale Landsdomur fu costituito nel 2005 con un incarico di sei anni. È composto da cinque giudici della Corte Suprema, un professore di diritto, il giudice supremo della corte di Reykjavik e altri otto giudici nominati dal parlamento. Se processati, gli ex rappresentanti del governo islandese rischiano una condanna fino a due anni di carcere.