Ricomincia la campagna acquisti?
Berlusconi tenta di allargare la maggioranza, ripartono i corteggiamenti ai parlamentari centristi e del gruppo misto
Ce n’è una al giorno. Quella di tre giorni fa era la richiesta a Napolitano di dimissionare Fini, che sappiamo essere stata un escamotage per far tacere Bossi. Quella di due giorni fa la grande manifestazione di piazza a Roma. Quella di ieri è stata l’allargamento della maggioranza. Vi alludeva nel pomeriggio Denis Verdini, quando sospirava affermando con l’aria di uno che la sa lunga che magari al momento di chiedere la fiducia il governo sarà votato da più parlamentari di quanti non lo avessero fatto al momento dell’insediamento. Lo ha confermato Francesco Nucara, repubblicano del gruppo misto, che ha spiegato che “l’iniziativa è già riuscita” e che coinvolte tanti deputati “basta per formare un gruppo alla Camera”.
L’obiettivo di Berlusconi è allargare la maggioranza a un gruppo di parlamentari – definito “gruppo di responsabilità nazionale” – che possa allungare la vita della legislatura e soprattutto disinnescare i finiani e demolire il loro potere contrattuale, rendendo non determinante il loro voto. I nomi e i numeri che si fanno sono gli stessi della volta scorsa, scrive oggi Carmelo Lopapa su Repubblica, se non fosse per il fatto che alcuni hanno già dato la loro disponibilità e lunedì Nucara, promotore dell’adunata, renderà conto a Berlusconi.
Fino a ieri sera, il pallottoliere di Palazzo Grazioli viaggiava ottimisticamente tra le 12 e le 15 adesioni. Ma i lavori sono ancora in corso. Più che un cuscinetto, una sorta di «calamita», che nelle intenzioni del Cavaliere dovrebbe trasformarsi in polo di attrazione per finiani e centristi delusi dai loro leader. I deputati mancanti per raggiungere i venti necessari a formare il gruppo li presterebbe il Pdl. Entro il 20 la formalizzazione, giusto qualche giorno prima del discorso in aula del premier.
I conti sono questi. PdL e Lega senza i finiani hanno 296 voti. Per sopravvivere gliene servono 316. I cinque del MpA hanno dato la loro disponibilità a votare i cinque punti. Nucara sta tentando di raccogliere 12-15 deputati. A quel punto i 34 voti di Futuro e Libertà diventerebbero superflui, e quindi perderebbero potenza. Alcune delle trattative sarebbero già chiuse, scrive Repubblica.
I cinque deputati di NoiSud di Adriana Poli Bortone hanno già detto sì al nuovo gruppo. Arturo Iannacone, Elio Belcastro, Antonio Gaglione, Antonio Milo, Luciano Sardelli. «Apprezziamo la scelta di Berlusconi di non tornare al voto e la sosterremo in aula, siamo anche per le dimissioni di Fini» dice chiaro Iannacone. Più cauti, ma in trattativa, i tre Libdem Italo Tanoni, Daniela Melchiorre e Maurizio Grassano. «A giorni riuniremo la direzione e valuteremo, intanto se votare o meno la fiducia, del gruppo non ne abbiamo ancora parlato» frena Tanoni. Anche perché a Palazzo Chigi ora si è aperta un’altra partita, per cercare di soddisfare chi, tra le new entry, non si accontenta della ricandidatura «certa» e punta a uno strapuntino al governo. E sembra che la Melchiorre i suoi desiderata li abbia già avanzati. Al repubblicano Nucara, che dell’operazione è un po’ il regista, è stata prospettata la casacca da capogruppo o quella da viceministro, per esempio. Costi preventivati.
Poi ci sono i corteggiamenti ai membri dell’UdC, scrive Lopapa, in particolare nei confronti di Giuseppe Drago (ve lo ricordate?), di Michele Pisacane, di Mario Tassone, di Lorenzo Ria.