Perché le anteprime delle canzoni su iTunes durano 30 secondi

Passando da 30 a 60 secondi, Apple potrebbe incentivare gli acquisti su iTunes, ma mancano le licenze per farlo

Nei giorni precedenti all’evento Apple del primo settembre, iniziò a circolare la voce di un possibile aumento della durata delle anteprime delle canzoni sull’iTunes Store. Prima di procedere con l’acquisto di una canzone, ogni utente avrebbe potuto ascoltare un minuto del brano selezionato al posto degli abituali trenta secondi. La novità, molto attesa e data quasi per certa, non è però arrivata e in molti si chiedono che cosa abbia determinato il ripensamento di Apple.

La società di Steve Jobs avrebbe al momento rinunciato alle anteprime più lunghe su iTunes a causa della mancanza di una licenza con la National Music Publishers Association (NMPA), la più importante associazione a tutela degli editori di musica negli Stati Uniti. Prima di ricevere lo stop dalla NMPA, Apple avrebbe comunque cercato di saltare qualche passaggio per modificare la durata delle canzoni in anteprima nel suo store. La società è del resto in possesso di alcuni accordi con altre organizzazioni che tutelano gli interessi degli editori musicali, come la Broadcast Music Inc. e la American Society of Composers, Authors and Publishers, che potrebbero consentirle di estendere la durata delle anteprime. Anche le quattro principali etichette discografiche – Universal, Sony, Warner ed EMI, avrebbero dato il loro benestare, ma in assenza dei permessi della NMPA il piano di Jobs sembra essersi arenato.

L’ostacolo principale con la NMPA sembra essere di natura economica, spiegano su Cnet:

Apple ha detto chiaramente che la società non vuole pagare per avere le licenze per le anteprime delle canzoni, sostengono alcune fonti interne secondo le quali Apple vorrebbe evitarsi l’incubo che hanno dovuto affrontare altri servizi di musica online quando hanno cercato di ottenere le licenze per la pubblicazione della musica.

Prima di poter offrire anteprime più lunghe, Apple dovrà convincere le organizzazioni a tutela degli editori musicali sui vantaggi di un ascolto prolungato delle canzoni da acquistare sull’iTunes store. Per farlo la società potrebbe portare l’esempio di YouTube, che da tempo consente agli utenti di ascoltare per intero le canzoni, consigliando poi una serie di link verso i negozi online che vendono musica. Il portale per la condivisione dei video controllato da Google ha ottenuto la possibilità di ospitare interi videoclip dopo anni di duri contrasti con le etichette discografiche, che inizialmente temevano di perdere parte dei loro ricavi. Apple, però, non vuole essere equiparata a un servizio che pubblica musica altrimenti dovrebbe pagare i diritti per le canzoni messe a disposizione in anteprima su iTunes.

Lo store musicale della società è probabilmente il più usato online, ma raramente gli utenti lo utilizzano per cercare nuova musica, in genere ci arrivano sopra sapendo già che cosa voglio acquistare. Per cambiare le cose, Apple ha recentemente lanciato Ping, un social network basato sulla musica per condividere i propri gusti con amici e artisti. La speranza è che gli iscritti possano scoprire nuova musica direttamente all’interno di iTunes tramite i loro contatti e acquistino così più brani musicali. Un’anteprima più lunga delle canzoni avrebbe sicuramente aiutato e per questo motivo Apple sta spingendo su questo fronte per superare l’attuale limite dei trenta secondi.

L’attuale durata delle anteprime viene definita promozionale, ma l’ascolto di 60 o 90 secondi di una canzone può essere ancora definito tale? Apple, le principali etichette discografiche e la NMPA dovranno confrontarsi su questo punto per trovare una soluzione condivisa. Dal risultato del confronto si potrà capire quanto peso abbia ancora Apple nel settore della musica online. L’offerta sul fronte di film e serie televisive, per esempio, è molto più differenziata e offre alle major numerose opportunità per diffondere i loro contenuti. Per la musica online non si può dire lo stesso: Apple detiene buona parte del mercato e le grandi case discografiche sanno di avere sostanzialmente un unico interlocutore sul quale fare affidamento.

Da mesi si parla di un possibile impegno di Google nel settore della musica, ambito nel quale la società si è ancora mossa poco. Google potrebbe presentare un nuovo servizio per acquistare, condividere e conservare online i file musicali entro la fine dell’anno. L’ingresso di un soggetto ingombrante come la società del motore di ricerca potrebbe cambiare gli attuali equilibri, spingendo Apple a rivedere parte delle proprie strategie di mercato.