Spedire al fronte magliette di Hello Kitty
Ogni giorno i soldati americani ricevono pacchi regalo da sconosciuti, alcuni con oggetti molto strampalati
Uno dei modi più semplici con cui gli americani esprimono il loro sostegno alle truppe in missione di guerra consiste nell’attaccare un adesivo sul vetro della loro macchina: Support for Our Troops, c’è scritto. Per chi invece vuole fare qualcosa di più concreto, ci sono siti come Anysoldier.com o AdoptPlatoon.org, che permettono di scegliere da una lista di oggetti alcuni regali e farli recapitare con un pacco in qualche base militare. Wesley Morgan, sull’Atlantic, ha provato a fare una rassegna dei regali più strampalati che ha visto uscire da questi pacchi mentre si trovava con i soldati americani in Afghanistan e in Iraq.
A volte un pacco regalo può essere perfetto. Una volta per esempio – non dirò dove – ho visto un soldato che apriva una scatola che conteneva una bottiglia di Skyy vodka: la sua espressione ricordava quella di un bambino che ha appena ricevuto il suo regalo preferito per Natale. Ma perché in alcuni casi qualcuno decide di mandare un pacco di riviste per ultracinquantenni a un ragazzo di vent’anni? O un libro come “Un cavaliere inquieto” di Deborah MacGillivray, con un modello in copertina? O una scatola piena di tubetti di dentifricio? O una maglietta di Hello Kitty? Prendiamo i biscotti per esempio. I soldati sono pieni di biscotti. Al burro di arachidi, al cioccolato e mandorle, solo al cioccolato. Ogni giorno scatole piene di biscotti viaggiano fino alle basi più remote dell’Afghanistan e dell’Iraq.
Il regalo più gradito però è senza dubbio il tabacco svedese. Si tratta di piccole scatole metalliche che contengono un tipo di tabacco non masticabile che viene inserito tra il labbro e la gengiva inferiore.
Non è bastato che un provvedimento dello scorso giugno rendesse illegale la spedizione di tabacco. Dopo una serie di forti proteste, nel provvedimento è stata inserita un’eccezione. Quest’estate in Afghanistan ho sentito moltissime lamentele per le nuove direttive che limitano il tipo di obiettivi su cui si può sparare, ma mai tante quanto quelle che ho sentito a proposito della legge contro la spedizione di tabacco. «Se vogliono davvero aiutare le loro truppe», mi ha detto un soldato del battaglione 1-502 di Kandahar «dovrebbero smetterla di spedire tutte le altre cose e mandare solo tabacco».