Lo scandaloso scandalo sessuale canadese
Un avvocato mostra al suo assistito le foto amatoriali della moglie, ora diventata giudice, per convincerlo ad avere rapporti sessuali con lei
I giornali canadesi ci stanno comprensibilmente andando a nozze da qualche giorno. La storia è questa. Nel 2002 il tecnico informatico Alexander Chapman si ritrova nel bel mezzo di una causa di divorzio e decide di rivolgersi a Jack King, un avvocato di uno studio legale di Winnipeg (Manitoba). I due entrano in confidenza e, qualche mese dopo, il legale decide di invitare il suo assistito per bere qualcosa. L’incontro tra i due, racconta CBC che da giorni segue il caso, diventa rapidamente molto personale: King spiega a Chapman di frequentare regolarmente un sito web che offre immagini amatoriali di coppie intente a fare sesso, specialmente tra uomini di colore e donne bianche. Chapman, che ha 44 anni ed è nero, inizia a sospettare qualcosa di strano quando riceve da King una password per accedere al sito web e visionare le foto alla voce “La nostra principessa bianca” nell’archivio del portale.
Per curiosità e per tenersi buono il proprio avvocato, Chapman decide di dare un’occhiata e con sua grande sorpresa si ritrova davanti le fotografie di Lori Douglas, la moglie di King, intenta a fare sesso. All’epoca Douglas era un avvocato del medesimo studio in cui lavorava il marito, mentre ora è uno dei giudici del tribunale di Manitoba. Stando alla ricostruzione della CBC, prima di Chapman, la coppia aveva già cercato di mettersi in contatto con uomini di colore disposti ad avere rapporti sessuali con più partner.
Chapman è contrariato, ma King non demorde e nelle settimane successive invia all’informatico altre fotografie della moglie per convincerlo a ripensarci e incontrarla. Chapman si sente in trappola: è psicologicamente provato dal divorzio e non ha soldi a sufficienza per cambiare avvocato. Decide così di assecondare il proprio legale e di incontrarlo con la moglie durante una cena al ristorante. King lascia Chapman con Douglas, i due parlano, ma non vanno oltre.
Chiusa la causa di divorzio, l’informatico decide di presentare una lamentela allo studio legale di King, che per mettere a tacere la cosa offre 25mila dollari a Chapman, a patto che questi distrugga tutte le prove in proprio possesso e non racconti a nessuno la vicenda. Chapman accetta, ma non distrugge le foto e le email ricevute da King. Dopo sette anni di silenzio, l’uomo ha ora deciso di raccontare la sua storia per la gioia dei giornali canadesi, che negli ultimi giorni hanno raccolto quante più informazioni possibile sulla vicenda.
Chapman ha inoltrato due proteste formali: una al Canadian Judicial Council contro Lori Douglas e un’altra alla Manitoba’s Loaw Society contro Jack King chiedendo complessivamente un risarcimento di 67 milioni di dollari. In attesa degli sviluppi della vicenda, Douglas è stata sollevata dai propri incarichi presso la Corte. Secondo Bill Gange, l’avvocato che difende King dalle accuse del tecnico informatico, nel 2002 il proprio assistito era colpito da una forte depressione e quello delle foto amatoriali sarebbe stato un caso isolato. All’epoca King decise di prendersi un periodo di malattia e oggi ammette di aver parlato di sesso con Chapman, ma solamente dopo l’aprile del 2003 quando la causa di divorzio era ormai chiusa.
L’avvocato di Douglas sostiene che la donna non era a conoscenza della pubblicazione delle proprie foto online. Le fotografie sono state rimosse dal sito web, ma Chapman ha fornito alcune copie degli scatti alla CBC, che per ora ha deciso di non pubblicarle. L’informatico non sembra però essere molto affidabile: nel 1995 decise di cambiare nome e negli ultimi dieci anni sarebbe stato coinvolto in dieci diverse cause legali. Nel 2002 e nel 2003 denunciò la polizia di Winnipeg per maltrattamenti quando fu portato via di casa durante la causa di divorzio. La causa del 2002 è stata risolta, mentre quella del 2003 è ancora in corso.
Al di là degli aspetti pruriginosi, la vicenda ha aperto un ampio dibattito in Canada sull’integrità dei giudici e sulla necessità di essere a conoscenza o meno di particolari della loro vita privata che potrebbero influenzare il loro lavoro. Del resto, una delle domande contenute nel modulo per diventare giudice è molto chiara in proposito: «C’è qualcosa nel suo passato o nel presente che potrebbe ritorcersi negativamente contro di lei o la magistratura e che dovrebbe essere rivelato?»