Ma come accidenti funziona il cricket?
La versione classica è talmente lunga che le partite si interrompono per dormire, per il pranzo e anche per la merenda
di Giovanni Fontana
Uno scandalo di partite truccate ha colpito il mondo del cricket e noi – da qui – ci siamo di nuovo resi conto di quanto questo sport, di cui quasi ignoriamo l’esistenza, sia importante e seguito in Inghilterra e in alcune delle sue colonie: su tutti i quotidiani pagine e pagine, speciali dedicati, dai più autorevoli ai tabloid. News of the World, il tabloid che ha fatto venire fuori lo scandalo, ha impegnato 150 mila sterline per fabbricare l’esca e fare lo scoop, il caso è seguitissimo e ci saranno riverberi per giorni e giorni.
Perciò ci siamo chiesti: ma come accidenti funziona questo cricket?
No, il Croquet è un’altra cosa
Ora, vi è venuto in mente Alice nel Paese delle Meraviglie – pensate di essere sulla buona strada – la regina di cuori che gioca a quel gioco con mazze e palle, e vi ricordate che ha un nome che suona simile al cricket? Ecco, non c’entra nulla. A parte il fatto che si giochi – anche il croquet – con mazze e palle, e che siano entrambe delle discipline tradizionali britanniche. Il cricket è più ruvido, più agonistico, mentre il croquet è il gioco dell’aristocrazia inglese: un rappresentante del proletariato che giocasse a croquet si sarebbe inevitabilmente imborghesito. E poi le regole sono completamente diverse: il croquet ha un meccanismo che ricorda parzialmente il golf, mentre il cricket assomiglia di più al baseball – certo, sempre che ne sappiate qualcosa di baseball.
Com’è fatto il campo di gioco
È ovale o rotondo, con al centro un’area rettangolare – di circa venti metri – che costituisce la zona di lancio:
I giocatori sono undici per squadra. Nella zona di lancio ci sono due uomini della parte che attacca, un battitore e un giocatore in attesa, e due di quella che difende, un lanciatore e un ricevitore. La squadra che difende – ma non quella che attacca – schiera anche gli altri nove giocatori nelle diverse aree del terreno di gioco che circondano la zona di lancio per recuperare le palle colpite dal battitore nel più breve tempo possibile.
Lo svolgimento
Il lanciatore deve lanciare la palla facendo in modo che il battitore della squadra avversaria non sia in grado di ribatterla con la mazza. Rispetto al baseball, però, ci sono alcune differenze: il lanciatore deve mantenere il braccio teso per tutta la fase di lancio, ma ha la possibilità di prendere la rincorsa:
Non è necessario che la palla tocchi per terra (come mostrato nel video), anche se i lanci diretti – full toss – sono più facili da ribattere e perciò rari.
Chi vince
Questa è facile: vince chi fa più punti. I due attaccati conquistano punti – dopo che la palla è stata colpita dal battitore – raggiungendo l’area dove sono posti questi tre paletti verticali, chiamati insieme wicket, che sono collocati alle due estremità della zona di lancio:
Le basi sono soltanto queste due, ma i due uomini della squadra d’attacco possono continuare a scambiarsi le posizioni, tornando sul luogo di battuta e poi in quello di ricezione, per un numero potenzialmente illimitato di volte fino a che la palla non è stata nuovamente gettata nell’area di lancio. Ogni volta che questa operazione accade, ogni corsa, equivale a un punto. Se la palla, ribattuta dal battitore, esce dal campo di gioco, alla squadra d’attacco vengono conferiti sei punti – o quattro nel caso la palla abbia prima toccato terra.
Chi perde
Ci sono diversi esiti di un lancio: la migliore delle ipotesi per il battitore è il boundary – la palla che esce dal campo – appena descritto. Il lancio può anche venire annullato, perché il lanciatore ha superato una delle due linee che limitano la posizione dei piedi al momento del lancio, no ball; oppure un lancio può essere considerato non valido se è stato effettuato in modo che il battitore sia troppo distante per colpire la palla, wide appunto.
Ci sono due diverse situazioni che si possono presentare se il battitore non colpisce la palla. Alle spalle del battitore c’è un ricevitore – il wicket-keeper – della squadra del lanciatore, che è deputato a raccogliere le palle che il battitore non colpisce. Non c’è, però, un limite di palle finite nelle mani del keeper che portino all’eliminazione del battitore – come al terzo strike nel baseball – e perciò un battitore può decidere di non colpire la palla se il lancio non gli pare abbastanza agevole da ribattere.
Il pericolo è che la palla colpisca il wicket, nel qual caso il battitore è eliminato, ed è il migliore scenario per un lanciatore:
Come nel baseball, un battitore viene eliminato anche quando una palla che ha colpito viene afferrata al volo da un giocatore dell’altra squadra, oppure quando il battitore viene bruciato sul tempo, nell’occupare una base, da un giocatore dell’altra squadra in possesso della palla.
La durata
Questa è più complessa. Ci sono diversi tipi di cricket, tre principali: quello tradizionale e più prestigioso, che può durare anche cinque giorni, chiamato Test cricket; la versione one day, che dura appunto un giorno; e il twenty20, introdotto negli ultimi anni perché si presta maggiormente alle riprese televisive e ai tempi dello spettacolo moderno, durando circa tre ore. Nella versione tradizionale ogni giorno si divide in tre diverse fasi, con una sosta per il pranzo e una per la merenda.
In realtà la durata di una partita non è stabilita solamente dal cronometro, ma anche dal numero fasi di gioco – innings, chiamati così sia al singolare che al plurale – di una partita e dalla quantità di over concessi a ciascun lanciatore: un over è un insieme di sei lanci validi, oltre il quale il lanciatore deve essere sostituto da un suo compagno di squadra (ciò, però, non ne comporta l’eliminazione).
Nel Test cricket gli innings sono quattro, due fasi offensive per ciascuna squadra, e gli over sono illimitati. Nello one day, invece, ciascuna squadra ha a disposizione 50 over e un solo inning. Il nome del twenty20 cricket deriva proprio dai venti over concessi a ciascuna squadra, disputati i quali la partita finisce.
Chi ci gioca
In genere in tutti i Paesi del Commowealth hanno una forte tradizione nel gioco del cricket: in alcuni di questi – e in particolare in Asia – è di gran lunga la disciplina con più appassionati. Hanno la licenza per disputare partite di Test cricket soltanto nove squadre nazionali al mondo – Australia, Bangladesh, India, Inghilterra, Nuova Zelanda, Pakistan, Sri Lanka, Sudafrica e Zimbabwe (la cui licenza tornerà attiva nel 2011) – più una squadra che raccoglie i giocatori di quindici isole che erano, o sono, dominio britannico.
Oltre a queste dieci nazioni, che vengono automaticamente qualificate al Campionato del mondo di cricket – che si svolge sulla formula one day –, ci sono poi trentaquattro nazioni che hanno lo status di “Associate Members”, rappresentate in giallo sulla mappa, tra cui anche l’Italia, oltre che altri sessanta “Affiliate Members”, per una somma complessiva di centoquattro stati in cui il cricket è praticato.