Belgio, Di Rupo getta la spugna, il re gliela restituisce
Rifiutate le dimissioni dall'incarico di formare il governo, consultazioni in alto mare a quasi tre mesi dalle elezioni
Elio Di Rupo, uno dei due vincitori delle elezioni di giugno, leader dei socialisti francofoni, ha presentato al re del Belgio le dimissioni dal ruolo di “préformateur”, ovvero di incaricato di costruire una maggioranza di governo. Ma il re le ha rifiutate.
Sono passati quasi tre mesi dalle elezioni che hanno sancito la divisione del paese con due distinte vittorie nelle zone fiamminga e francofona del paese: Bart De Wever e il suo movimento separatista nella prima, Di Rupo nella seconda. E quasi due da quando, dopo il fallito mandato esplorativo a De Wever, Di Rupo ha ricevuto l’incarico di “préformateur”. Le consultazioni sono andate avanti tutta l’estate, ma una mediazione con le forze fiamminghe e indipendentiste non si trova malgrado siano sul piatto diverse proposte di ancora maggiori autonomie e riforme dello stato: le spiega oggi l’editoriale di Le Soir, il maggior quotidiano bruxellese. Tra le altre questioni, particolarmente spinosa e conflittuale è quella che riguarda la regione di Bruxelles e la gestione dei suoi distretti elettorali, che portò alla caduta del precedente governo.
Il Belgio ha una storia recente di instabilità da primato: dopo le elezioni del 2007 ci vollero sette mesi perché si formasse un governo, ma le vicende e le tensioni successive hanno più volte evocato l’ipotesi di una separazione consensuale in due parti del paese, ambita da cospicue parti del nord fiammingo e osteggiata con forze sempre più flebili dai francofoni.
Le Soir apprezza oggi il rifiuto del re ad arrendersi, sostenendo che i partiti fiamminghi hanno concesso poco e quelli francofoni troppo, e che un passo deve essere compiuto dai primi: altre soluzioni non ce ne sono. Alle 11,30 di stamattina è attesa una conferenza stampa di Di Rupo.