Guida completa alla Serie A
Oggi ricomincia il campionato. Abbiamo dato un voto a tutte le squadre, raccontato l'obiettivo, e consigliato un giocatore da tenere d'occhio: cosa volete di più?
di Saverio Verini e Giovanni Fontana
Oggi comincia il campionato. Ci dedichiamo perciò a raccontare ogni squadra, ed evidenziare quale sia l’obiettivo se le cose vanno come devono andare. Poi, per ogni compagine abbiamo scelto il giocatore da tenere d’occhio – quello a cui non avete pensato – e se ci vincete il fantacalcio, avete il permesso di non raccontare che ve l’abbiamo detto noi.
Del calcio bisogna parlarne così. Non prendeteci per scemi. O magari sì, non avreste tutti i torti.
BARI – voto: 2 / 5
Privata del mastino Bonucci (alla Juve) e dell’elegante Ranocchia (al Genoa, via Inter), la difesa appare decisamente sguarnita. L’acquisto del solo Raggi, ex-promessa di provincia in attesa di rilancio, non fa dormire sonni tranquilli. Pulzetti, retrocesso col Livorno, irrobustisce il centrocampo, Ghezzal, retrocesso col Siena, puntella l’attacco: basteranno per salvarsi? Ottime invece le mosse sul fronte comproprietà, con Barreto e Almiron strappati rispettivamente a Udinese e Juventus.
Obiettivo – Salvezza strappata coi denti.
Il giocatore da tenere d’occhio – Almiron si è già rilanciato lo scorso anno, sarebbe troppo facile puntare sulla conferma. La sorpresa potrebbe essere Marco D’Alessandro, classe ‘91, è il classico centrocampista della ‘scuola romana’, la stessa capace di sfornare giocatori come D’Agostino e De Rossi. L’anno scorso a Grosseto, in serie B, ha dimostrato di essere un’ala di carattere, nonostante un fisico mignon: se riuscisse a ritagliarsi uno spazio fra campo e panchina potrebbe essere una delle rivelazioni del campionato.
BOLOGNA – voto: 1.5 / 5
Il low profile annunciato dalla nuova proprietà Porcedda non promette nulla di buono in vista di una permanenza in A. La stagione scorsa ci fu da sudare, quest’anno mancherà il contributo di Adailton, ma ci saranno il baby Krhin a centrocampo e Meggiorini (reduce da una buona stagione a Bari) in attacco: là davanti potrebbe formare una coppia rompiscatole con il veterano Di Vaio. La squadra non sembra comunque rafforzata.
Obiettivo – Salvezza strappata coi denti.
Il giocatore da tenere d’occhio – Consacrazione: se la sarà tatuata su un braccio, Riccardo Meggiorini, questa parola. Più che una parola, un vero e proprio imperativo: e sì, perché ormai l’attaccante scuola Inter non è più un ragazzino, quando bastava un gol ogni cinque-sei partite per farsi voler bene da allenatore, compagni, giornalisti, tifosi. Se a Bologna trovasse la doppia cifra, la salvezza sarebbe già in tasca. E la prossima estate Meggiorini troverebbe alla porta uno stuolo di pretendenti.
BRESCIA – voto: 1 / 5
Ritorno in Serie A, e campagna acquisti chirurgica. Corioni, che è presidente di lungo corso, ha comprato un giocatore per reparto: Sereni – già con le ‘rondinelle’ nel 2002-2003 – a dare sicurezza alla difesa, Diamanti per il centrocampo, e il capocannoniere della B dell’anno scorso, Eder, in attacco. Certo, i tempi di Baggio sono lontani, ma quest’anno al Rigamonti sarà dura far punti.
Obiettivo – Salvezza strappata coi denti.
Il giocatore da tenere d’occhio – Alessandro Diamanti? Effettivamente potrebbe essere la stagione buona anche per lui. Ma il nome del riccioluto toscano, di ritorno dopo la non entusiasmante parentesi inglese, è il primo che viene in mente: e allora l’uomo in più potrebbe essere il cileno Nicolas Cordova. Dopo dieci stagioni in Italia, fatte di discontinuità e lampi, il centrocampista centrale dal fisico minuto e dagli ottimi piedi potrebbe finalmente dimostrare il talento che tanti gli hanno sempre accordato.
CAGLIARI – voto: 2.5 / 5
Quest’anno potrebbe essere meno dura del previsto. Una volta tanto a Cagliari sono rimasti tutti i ‘big’, compreso il piccolo uomo delle grandi pianure, Andrea Cossu. Acquafresca rientra alla base dopo l’annata no tra Bergamo e Genova, e gli sarebbe sufficiente fare la metà dei gol messi a segno due stagioni fa (14) per soddisfare tutti. Uniche perplessità: il trattamento riservato al portiere Marchetti (quanti problemi per la sua cessione) e la scelta di affidare la panchina a Bisoli (comunque già vincente in B).
Obiettivo – Navigazione tranquilla.
Il giocatore da tenere d’occhio – Alla fine degli anni ‘90 Alex Pinardi era l’enfant-prodige del settore giovanile dell’Atalanta insieme ai vari Bellini, Zauri, Regonesi, Donati. Poi si è perso sul più bello, a Lecce, nonostante la cura di Zdenek Zeman: «bravo coi piedi, ma troppa poca personalità», si diceva. La rinascita a Modena, in Serie B, dove nelle ultime quattro stagioni si è affermato anche come leader. A Cagliari è arrivato a trent’anni per l’esame di recupero di una carriera che prometteva faville.
CATANIA – voto: 2 / 5
Per una squadra che ha costruito le ultime salvezze sulla personalità di motivatori come Zenga e Mihaijlovic si prospetta una stagione atipica: con Giampaolo in panchina si punterà sul gioco, possibilmente sul bel gioco. E potrebbe non essere un miraggio, visto che il tecnico potrà contare sugli artefici dell’ultima, entusiasmante, stagione (Andujar, Biagianti, Izco, Ricchiuti, Mascara, Maxi Lopez), eccezion fatta per il tuttofare offensivo Martinez, passato alla Juventus.
Obiettivo – Navigazione tranquilla.
Il giocatore da tenere d’occhio – Mirko Antenucci torna a Catania, dopo un anno e 24 gol in Serie B con ad Ascoli, dove era in prestito). Ha la stessa età di Pazzini e un talento tutto da verificare: può – anzi deve – essere la stagione giusta per dirci a quale categoria appartiene. Parte terza punta al pari di Morimoto, davanti a Plasmati e dietro i titolari Mascara e Maxi Lopez: dovrà sgomitare, ma la concorrenza non può che fargli bene. Se dimostrerà di saperci fare, a Catania potrebbero anche liberarsi di qualche big (Maxi, Mascara) e puntare forte su lui per il futuro.
CESENA – voto: 1 / 5
«Chiedi chi erano Piraccini e Agostini»: il Cesena ritorna in A vent’anni dopo la comparsata che la caratterizzò come una delle squadre-simpatia per eccellenza. Per celebrare l’evento ecco un’abbuffata di acquisti, fra nomi affidabili come Caserta, o carneadi (il giapponese Nagatomo, lo slovacco Petras) e giovani promettenti (Ighalo), della serie ‘agitare prima dell’uso’. Il timore è che sia poi difficile ottenere l’amalgama sperata. Alla fine, l’apporto maggiore dovranno darlo gli esponenti della vecchia – si fa per dire – guardia: Schelotto, Do Prado, Malonga, Colucci. Curiosità per il ballottaggio fra i pali Antonioli-Cavalieri (ex secondo portiere del Liverpool).
Obiettivo – Salvezza strappata coi denti.
Il giocatore da tenere d’occhio – Si era già messo in evidenza con la maglia dell’Udinese, ma solo quest’anno Odion Ighalo avrà per la prima volta la certezza di un un posto (quasi) assicurato in attacco. Non male per un classe ‘89, nella speranza che non si sieda troppo sugli allori, cosa ch’è capitata a più d’un nigeriano. Occhio anche a Schelotto – che non ha nulla a che vedere col giocatore più titolato della storia argentina, Guillermo Barros – esterno italo-argentino di prima qualità, già convocato nell’under 21 di Casiraghi.
CHIEVO – voto: 1.5 / 5
Vacci a capire qualcosa, col mercato del Chievo. Ogni anno, a inizio stagione, una pletora di sconosciuti si vestono di gialloblù; poi, a giugno, ne ritrovi metà coinvolti in trattative con squadre più blasonate. Se n’è andato il centrale di difesa Yepes, stava per fare le valigie il portiere Sorrentino (tra i migliori della scorsa annata), ma è rimasto. Sono arrivati Bogliacino, Andreolli, Moscardelli, Guana, a vario titolo tutti ottimi innesti. Oltre a loro, ecco i signor nessuno Tallo, Rincon, Jefferson, Memushaj, Boštjan. Ognuno potrebbe essere una potenziale rivelazione.
Obiettivo – navigazione tranquilla.
Il giocatore da tenere d’occhio – Marco Andreolli pareva destinato a una carriera in seno alla casa madre, l’Inter. Lo paragonavano allo ‘Zio’ Bergomi, per le origini nerazzurre, il ruolo in campo e la serietà (anche senza baffi). Bravo ragazzo, fin troppo, è finito alla Roma, usato come pedina di scambio per arrivare a Mancini, senza incidere. In B si è messo a posto col fisico in quell’oasi dorata che è Sassuolo, al Chievo potrebbe rilanciarsi definitivamente. Anche in prospettiva nazionale.
FIORENTINA – voto: 3 / 5
Bisogna mettersi alle spalle l’era Prandelli, e ricominciare da capo con Mihajilovic. Inizialmente il serbo sembrava avere tentato di percorrere una via tutta nuova, per poi tornare sulla strada battuta, sia in termini di uomini che di modulo. Con Jovetic infortunato e Mutu squalificato, la squadra viola ha puntato su Cerci, giovane ala che deve ancora esprimere tutto il potenziale: acquisto azzeccato. Poco comprensibile, invece, la scelta di Boruc in porta: molto bravo, ma è un doppione di Frey. Vargas è rimasto, e Montolivo si è consacrato al Mondiale, ma la squadra non sembra essere quella che per diversi anni era riuscita a dare fastidio alle grandi.
Obiettivo – L’Europa.
Il giocatore da tenere d’occhio – La Fiorentina ha passato tutta l’estate nel tentativo di trovare un terzino sinistro, che non è poi arrivato – anche se un colpo di Corvino potrebbe arrivare nelle ultime ore. Sulla destra, però, non ci sono preoccupazioni: c’è Comotto, ma soprattutto c’è Lorenzo De Silvestri. Ex-giovane prodigio del vivaio laziale, è stato spesso schierato da Prandelli sulla linea di centrocampo. Ora sembra avere affinato le doti difensive, affiancandole alla corsa che non gli è mai mancata: il secondo anno a Firenze potrebbe essere quello della consacrazione.
GENOA – voto: 3 / 5
Una delle squadre meglio strutturate dell’intera Serie A. Per il portiere – l’anno scorso fra Amelia e Scarpi diversi punti s’erano persi per strada – si è andati sul sicuro con il nazionale lusitano Eduardo. In difesa, trattenuto Criscito, è arrivato il ‘piccolo Nesta’ Ranocchia: praticamente il pacchetto arretrato dell’Italia che verrà. Centrocampo e attacco si sono rinforzati rispettivamente con Rafinha e Toni. Gasperini, con quell’aria bonaria da Maestro Yoda, sembra la persona più indicata a far rendere al meglio un gruppo formato da giovani (Ranocchia, Destro) e senatori (Rossi, Milanetto, Toni, Dainelli).
Obiettivo – L’Europa
Il giocatore da tenere d’occhio – Difficile a dirsi: il giovane Ranocchia? I nuovi Rafinha e Miguel Veloso? Il sempre affidabile capitan Rossi? Noi puntiamo tutto su Giuseppe Sculli. Alla soglia dei trent’anni è uno dei migliori in Italia nel proprio ruolo e, se non andrà all’Inter (adesso o a gennaio), sarà senz’altro fra i giocatori decisivi per le sorti dei grifoni. Le fasce del Marassi hanno i solchi, tante sono le sgroppate su e giù per le corsie esterne. I suoi cross a ripetizione sono micidiali. Toni si starà già sfregando le mani.
INTER – voto: 5 / 5
Amministrare il post-Mourinho: sembra questa l’unica difficoltà della stagione nerazzurra. Benitez dovrà gestire il proprio impatto con il calcio nostrano, prima ancora della rosa campione d’Italia. Per ora sembra averla buttata sulla simpatia. Il mercato orientato ai giovani (Biabiany, Coutinho, più i primavera Obi e Nwankwo) sembra una scelta assennata dopo i grandi acquisti del 2009 (Milito, Lucio, Sneijder, Eto’o). Il problema è che, dopo la scorsa stagione, c’è poco da guadagnare e tantissimo da perdere.
Obiettivo – Vincere.
Il giocatore da tenere d’occhio – Del 1992, si allena a testa bassa e non pretende quattro milioni di euro l’anno. Quanto basta per fare di Coutinho Correia Philippe l’anti-Balotelli per eccellenza. E, dunque, l’uomo da seguire per questa stagione. Il precampionato ha detto che possiamo aspettarcene delle belle da questo brasiliano tascabile. È quasi un peccato che ci sia Coutinho, ché anche Jonathan Biabiany, che è tornato alla base – di corsa, ci scommetteremmo – dopo tanti anni in giro per l’Italia era perfetto per questa categoria.
JUVENTUS – voto: 4.5 / 5
Fino all’altro ieri, stando ai vari trofei di mezza estate, sembrava candidata a un’altra stagione da lancio di uova marce. Poi, in meno di una settimana, il colpo di coda: prima Krasic, poi Aquilani, infine Quagliarella. I tre si aggiungono ai già buoni acquisti di Marco Motta (fondamentale come terzino, al posto di Grosso, De Ceglie, Grygera e chiunque altro nella rosa bianconera), Pepe, Bonucci, Storari e alle non meno importanti cessioni di Diego e (con ogni probabilità) di Camoranesi e Trezeguet. Al momento attuale, per l’Inter, il nemico pubblico numero uno in ottica scudetto.
Obiettivo – e se succede?
Il giocatore da tenere d’occhio – Pagato 25 milioni lo scorso anno, dopo una stagione deludente e un mondiale con qualche luce e molte ombre, Felipe Melo è chiamato al riscatto. È probabile che parta più di una volta dalla panchina, e che per riconquistare il posto da titolare debba lottare: la cosa che gli riesce meglio. L’unica stagione di livello – e che livello – è stata quella alla Fiorentina. Se non ce la dovesse fare a ripetersi, beh, a Torino hanno già pronto un pacco di belle dimensioni per spedirlo altrove.
LAZIO – voto: 2.5 / 5
È partito il pendolino Kolarov, e in cassa sono entrati diversi milioni. Lotito raramente fa colpi altisonanti, così ecco gli acquisti dell’offensivo Hernanes (in gamba, almeno stando alle prime uscite), del terzino Garrido e del centrocampista Gonzales, sui quali possiamo ancora dir poco. Positivo l’inserimento dell’esperto Mark Bresciano (dal Palermo) e quello, ormai probabile, di Santa Cruz. La cosa più complicata, per Reja, sarà gestire una rosa che al momento conta più di trenta giocatori.
Obiettivo – Navigazione tranquilla.
Il giocatore da tenere d’occhio – Pasquale Foggia ormai non ci frega più: da troppo tempo la guizzante ala inizia il campionato con l’etichetta “promessa”, per poi tradire puntualmente le attese, e ritrovarsi a giocare soltanto pochi scampoli di partita. Perciò puntiamo sull’italo-australiano Mark Bresciano, acquistato a parametro zero, che ha tecnica e sostanza. Può giocare sia in fascia che dietro le punte: per caratteristiche assomiglia a un altro laziale, Stefano Mauri, che si è un po’ perso nelle ultime stagioni. Bresciano ha più piglio, ne servirà.
LECCE – voto: 1 / 5
Decisamente una delle squadre meno attrezzate, per ora. A centrocampo, a parte Giacomazzi, manca l’esperienza, dietro il reparto sembra proprio leggerino. In avanti la coppia Corvia-Chevanton può far bene, ma mancano le alternative. Chissà come andrà Ruben Olivera, giocatore mai espressosi fino in fondo anche a causa di un carattere bizzoso. Gira che ti rigira, il compito più gravoso spetterà al dodicesimo uomo, lo stadio Via del Mare: i tifosi e il proverbiale vento salentino potrebbero contribuire a una permanenza in A che pare una missione proibitiva.
Obiettivo – Salvezza strappata coi denti.
Il giocatore da tenere d’occhio – Alla Roma esordì sotto il pontificato di Don Fabio Capello, ma il fiato dei settantamila dell’Olimpico lo avevano inibito. Daniele Corvia si colloca nel solco della tradizione dei centravanti generosi e un po’ pasticcioni, quelli alla Ventola per intenderci. Di certo non un fuoriclasse, senz’altro un attaccante in grado di garantire tanto, ma tanto movimento. Lo scorso anno in B ha dimostrato di saperci fare anche coi piedi (17 reti); d’accordo, la Serie A è un’altra dimensione, ma a 26 anni può finalmente decidere cosa vuole fare da grande.
MILAN – voto: 3.5 (4 con Ibrahimovic) / 5
Tutto è appeso a Ibra. Nel momento in cui scriviamo, Ibrahimovic non è ancora arrivato in rossonero. Se non prendono lui, la squadra è destinata a un campionato da comparsa: bene Boateng, bene Papastathopoulos, bene Yepes, ma per stare dietro all’Inter ci vuole altro. Tra l’altro l’acquisto dello svedese, devastante in Italia con l’Inter, potrebbe sortire un effetto psicologico – galvanizzare l’ambiente rossonero, turbare quello nerazzurro – da non sottovalutare.
Obiettivo – e se succede?
Il giocatore da tenere d’occhio – Le amichevoli estive hanno messo in luce una truppa agguerrita di giovani (Merkel su tutti), ma chissà se verranno riproposti in prima squadra quando il gioco si farà duro. Il neo-acquisto Kevin Prince Boateng ha disputato un bel mondiale: centrocampista di temperamento e quantità, potrebbe rinvigorire una linea mediana ormai in odore di pensione. Non è detto che il ghanese riesca a soffiare il posto alla vecchia guardia composta da Seedorf, Pirlo, Ambrosini, Gattuso, ma c’è curiosità per il suo impatto sul campionato italiano
NAPOLI – voto: 3 / 5
De Laurentiis non scherza. La squadra si è potenziata in attacco con Lucarelli e Cavani (strappato ad alcune delle migliori squadre europee) e l’addio lampo di Quagliarella – che era bravo, ma segnava poco – può essere assorbito senza troppi affanni. A centrocampo bastava non cedere Hamsik e così è stato. Ad essere onesti, forse manca un centrale di livello in grado di blindare la difesa – uno alla Burdisso, per capirsi.
Obiettivo – L’Europa.
Il giocatore da tenere d’occhio – ‘El Pichulo’ Walter Gargano ha alle spalle ottime stagioni in A e un mondiale da protagonista. Non si tratta di una sorpresa assoluta, tutt’altro, ma è l’uomo ombra che garantisce l’equilibrio alla squadra. Il prossimo anno, se conferma le aspettative, potrebbe toccargli una grande d’Europa: intanto farà bene a Napoli. Se non fosse che a volte gli capita di giocare in contemporanea, potrebbe essere scambiato per il cileno della Roma Pizarro: stessa statura, stesso tocco.
PALERMO – voto: 3 /5
L’ossatura è robusta: portiere affidabile e difesa arcigna: ottimi i terzini Balzaretti e Cassani, un po’ meno i centrali, ora che non c’è più Kjaer; centrocampo di poeti (Liverani, Pastore) e guardaspalle (Nocerino, Migliaccio). Ma a impressionare è l’onda d’urto dell’attacco con Miccoli, Maccarone, Hernandez, forse il più forte giovane del campionato, Budan, Pinilla. Roba da paura, se non si pesteranno i piedi. Cavani sarà difficilmente rimpianto.
Obiettivo – L’Europa.
Il giocatore da tenere d’occhio – Hernandez lo conoscono tutti, quindi proviamo con Mauricio Pinilla. Era arrivato all’Inter nel 2003, ma nessuno gli ha dato credito; poi le peregrinazioni in Spagna, Portogallo, Scozia, Cile, Brasile, Grecia, senza grandi esiti. Sembrava destinato ad una vita da vagabondo, quasi un Bora Milutinovic versione calciatore. Poi un provino senza troppe pretese a Grosseto e la firma del contratto: lo scorso anno, in B, ha messo a segno 24 gol, uno più bello dell’altro. E ora, a 26 anni compiuti, può lasciare il segno anche nella massima serie.
PARMA – voto: 2.5 / 5
Mica male la squadra allestita dal direttore sportivo Leonardi: eccezion fatta per Biabiany sono rimasti quasi tutti i giocatori più forti e il gruppo è stato rinforzato con la sostanza di Gobbi e la classe di Giovinco. Giovane e motivata può salvarsi senza troppi patemi, per poi mettere in vetrina i pezzi migliori. Pasquale Marino può far bene su questa panchina.
Obiettivo – Navigazione tranquilla.
Il giocatore da tenere d’occhio – Tanti i candidati, da Galloppa a Dzemaili, da Antonelli a Paloschi, da Giovinco a Bojinov. Nell’incertezza, meglio non perdere di vista il portiere Antonio Mirante: può essere lui il successore di Buffon e spuntarla su Sirigu, Curci e Marchetti in chiave nazionale. Prandelli lo sta già facendo seguire. Senz’altro, almeno a livello stilistico, Mirante è quello che gli somiglia di più – non a caso, cresciuto proprio nella Juve, viene considerato un figlioccio da Buffon: dando continuità allo scorso campionato potrebbe finire in altro.
ROMA – voto: 4 / 5
Per gli apocalittici osservatori giallorossi pare che tutto ruoti attorno all’acquisto di Burdisso. Vero, l’argentino è reduce da un’ottima stagione, ma insomma. Per il resto, la Roma si è mossa bene, senza sperperare soldi (ottimo Simplicio a costo zero, così come il prestito Castellini) e puntando alla roulette con Adriano: se ce le fa lui, è un segnale positivo per tutta l’umanità. Ranieri è ormai un capopopolo, un po’ come Mandela per i sudafricani, Totti e la squadra sono con lui. Lo scudetto? Quasi quasi…
Obiettivo – E se succede?
Il giocatore da tenere d’occhio – Jeremy Menez. Quando lo si vede in campo, sembra non avere voglia di giocare: cammina dinoccolato, e ogni tanto decide di seguire l’azione. Però corre, ha un’ottima tecnica, e ogni tanto ne inventa delle belle. Segna poco, per un eccesso di leziosità, ma fa segnare: è l’uomo giusto per far emancipare la piazza romana da capitan Totti. Dovrebbe un po’ snaturarsi per maturare quella quota di concretezza necessaria a farne un campione, e non è detto che non ci riesca.
SAMPDORIA– voto: 3 / 5
A Genova qualcuno è ancora convinto che la Samp sia passata alla fase a gironi della Champions. L’eliminazione patita col Werder Brema è stata un suicidio sportivo, e non è da escludere che possa avere ripercussioni sull’intera stagione. Certo, in attacco non si scherza con Pazzini-Cassano, e pure a centrocampo Palombo&Co garantiscono l’adeguata libertà di pensiero ai due ‘bambini infiniti’ là davanti. Il quarto posto dello scorso anno sembra proibitivo, ma – per l’appunto – lo era anche la passata stagione.
Obiettivo – L’Europa.
Il giocatore da tenere d’occhio – Poli è il giocatore di maggior prospettiva del gruppo di Di Carlo. Di lui però si sa già tutto o quasi, pertanto spostiamo l’attenzione su Guido Marilungo. Non è esattamente un nome accattivante, eppure vi consigliamo di tenerlo a mente: 13 gol al primo anno ‘vero’ in B (ma già in Serie A ne aveva fatti 3 in 7 partite), questa stagione se la giocherà con l’eterna promessa Pozzi, quando Cassano e Pazzini dovranno riposare. Sembra non avere qualità particolari – lo dicevano anche di Pippo Inzaghi – e invece gli riesce bene tutto.
UDINESE – voto: 2.5/5
Fosse andato via Di Natale, la curva avrebbe chiesto la secessione dal resto dello stadio. Il bomber e capitano, a trentatré anni, ha rifiutato l’offerta della vita (Juventus) e ci piace pensare che sia stata una scelta di cuore. Suo partner sarà Denis, armadio a due ante preso dal Napoli; ci sarà anche Candreva, in cerca di riscatto dopo la mediocre parentesi juventina, ma mancheranno il cervello di D’Agostino e i polmoni di Pepe. Il mite Guidolin può tirare fuori il meglio da questo gruppo.
Obiettivo – Navigazione tranquilla.
Il giocatore da tenere d’occhio – Non vogliamo fare i furbi, di Kwadwo Asamoah se ne sono accorti tutti lo scorso anno. Nonostante ciò, nessuno ha pensato bene di assicurarsi le sue energiche prestazioni: per questo sarà ancora lui l’uomo da seguire dei bianconeri. All’inizio era lui a coprire le spalle ad Inler e D’Agostino. Senza il ‘mammasantissima’ D’Agostino (passato in viola) potrà finalmente sbizzarrirsi in fase di impostazione. E stavolta toccherà ad Inler fargli da guardia del corpo.