«I figli di Dio non possono essere esclusi»
Wyclef Jean ha scritto una canzone per protestare contro l'esclusione dalla corsa alla presidenza di Haiti
Wyclef Jean ha scritto una canzone di protesta contro il presidente René Préval — che lui stesso aveva votato nel 2006 — accusandolo di aver influenzato il Consiglio Elettorale Provvisorio (CEP) nella decisione di escluderlo dalla corsa alla presidenza di Haiti, alla quale il cantante si era candidato il 4 agosto scorso. Come hanno comunicato i funzionari del consiglio elettorale, l’esclusione è dovuta al mancato rispetto della norma per cui i candidati devono aver risieduto almeno gli ultimi cinque anni della loro vita ad Haiti.
Jean, cantante hip-hop di fama mondiale ed ex membro dei Fugees, ha fatto sapere della canzone attraverso il suo account Twitter, il mezzo principale che usa per comunicare con i suoi sostenitori. Nel messaggio ci sono il link alla canzone e la frase «Questa è la mia nuova canzone per protestare contro il CEP, in creolo. Vogliamo giustizia e gli stessi diritti!». Newsweek ha tradotto il testo del pezzo, intitolato “Prizon pou Kepa” (“Prigione per il CEP”), in cui Jean accusa apertamente il presidente Préval.
“Poi Préval mi ha escluso. Anche se dici che la decisione è arrivata dal Consiglio Elettorale Provvisorio, so che eri tu a tenere in mano le carte./Ho votato per te alla presidenza nel 2006, perché oggi rifiuti la mia candidatura?”
Wyclef si riferisce poi al presidente associandolo al diavolo.
”Dio, che è con me, è più forte di Lucifero. Lucifero controlla il CEP. Satana mi ha squalificato. I figli di Dio non posso essere esclusi.”
Il testo esprime poi la volontà di combattere contro l’esclusione — nel verso “Li sfiderò, li sfiderò, li sfiderò in tribunale” — ma sembra praticamente impossibile che il cantante possa avere successo. Le decisioni delle autorità elettorali, come dice l’articolo 191 della legge elettorale di Haiti, sono definitive e non permettono appello.
La scelta di cantare in creolo haitiano non è ovviamente casuale: Jean ha voluto dimostrare di saper parlare la lingua, contraddicendo quelli che lo avevano criticato per essersi distaccato troppo dalla sua terra natia. Jean, già ambasciatore a disposizione proprio del presidente Préval, in questi ultimi anni si è speso molto per aiutare la sua nazione d’origine, in particolare dopo il terremoto di gennaio in cui hanno perso la vita 230 mila persone.