La prima guerra degli e-book è già finita
Raggiunto un accordo tra Random House e l'agente letterario che avevano provato a scavalcare gli editori trattando direttamente con Amazon: non se ne farà niente
La battaglia tra Random House, una delle più potenti case editrici al mondo, e l’agente letterario americano Andrew Wylie è finita, e sembra finita in pace. Lo scorso mese Wylie aveva annunciato l’apertura di una nuova casa editrice, la Odissey Editions, dedicata esclusivamente alle edizioni digitali dei suoi autori, da trattare direttamente con Amazon per il suo Kindle saltando le case editrici che facevano da intermediarie. Gli autori dei titoli in catalogo, tutti classici moderni e contemporanei, erano di grande rilievo: tra gli altri Philip Roth, John Updike e Vladimir Nabokov.
Le case editrici, e Random House in particolare, avevano protestato contro la mossa di Wylie, reclamando i diritti digitali di quegli autori. Random House aveva infine dichiarato concluso qualsiasi tipo di rapporto con l’agenzia di Wylie, smettendo di pubblicare i titoli degli oltre 700 autori che rappresentava.
Ora sembra che le due parti abbiano trovato un compromesso. Il New York Times scrive che Random House ha ottenuto i diritti della pubblicazione digitale dei 13 romanzi contestati, che verranno quindi eliminati dal catalogo della Odissey. Le due società hanno comunicato la notizia attraverso un comunicato congiunto:
«Siamo lieti di annunciare che la Wylie Agency e Random House hanno risolto le loro divergenze sui titoli di Random House che la Odyssey Editions aveva incluso nel suo catalogo di e-books.»
Random House ha inoltre fatto sapere che la collaborazione con Wylie ripartirà come se non fosse successo nulla. Non è chiaro, scrive il New York Times, cosa succederà al catalogo della Odyssey: al momento sono solo sette i suoi autori, tra cui Saul Bellow, Jorge Luis Borges, William S. Burroughs e Oliver Sacks.
La portavoce di Random House non ha voluto comunicare i termini dell’accordo finanziario, limitandosi a dire che sono gli stessi che hanno con altre agenzie letterarie. In ballo non c’era solo il possesso dei diritti dei libri, ma anche il valore di questi diritti e le royalties degli autori. I più limitati costi di produzione da parte degli editori avevano suggerito agli autori di pretendere di più per se stessi e che gli editori meritino meno, alzando i loro diritti sulle vendite di e-book fino al 50 per cento.