In Piemonte mancano i soldi per ricontare i voti
Nonostante gli sforzi del presidente del tribunale di Torino, non ci sono le risorse e le operazioni sono ferme
In Piemonte si dovrebbero ricontare parte dei voti delle ultime elezioni regionali, ma mancano i soldi. Regione e comuni non hanno un loro capitolo di bilancio apposito, i tribunali non hanno una loro autonomia di spesa e da Roma al momento tutto tace. Insomma, nonostante la sentenza del Tar abbia stabilito a fine luglio che le schede di due liste collegate all’attuale presidente della regione, Roberto Cota, dovessero essere contate in tempi brevi la fase operativa non è ancora scattata. Il problema era già stato sollevato a inizio agosto dall’ex presidente del Piemonte, Mercedes Bresso, che da dopo le elezioni in regione vinte per novemila voti dal suo avversario politico si è battuta per un riconteggio delle schede.
Su Repubblica di oggi, Lorenza Pleuteri si occupa della vicenda:
Il presidente del tribunale di Torino Luciano Panzani, apripista e riferimento per i colleghi delle altre sette province piemontesi, le ha provate tutte. Ci sono 2.318 scatoloni e sacchi della spazzatura pieni di schede da recuperare, caricare su camion, trasferire dal deposito di Chieri dove sono accumulati alle sedi in cui i cancellieri procederanno alle operazioni loro richieste. Ma se nessuno paga il prelievo e il trasloco del materiale base, con il Tar che non ha dato alcuna indicazione a proposito delle spese o di chi si debba far carico delle incombenze preliminari, non si potrà passare alla fase successiva: apertura dei contenitori, divisione delle “lenzuola” con le preferenze, cernita di quelle da rivedere, verbalizzazione di ogni singolo passaggio e via elencando.
Un paio di settimane fa, Panzani ha deciso di rivolgersi al Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi, ovvero il suo primo punto di riferimento all’interno del Ministero della giustizia. Per giorni il presidente del tribunale non ha però ricevuto risposta perché buona parte dei responsabili della struttura erano in ferie.
Solo ieri mattina, dopo l´intervista di Panzani e le prese di posizione di un´onorevole della commissione giustizia, Anna Rossomando del Pd, la struttura romana ha risposto vagamente allo staff del tribunale: «La pratica è all´esame». Roma sulla copertura economica «farà sapere». «Noi abbiamo programmato ogni cosa nei dettagli, siamo pronti a partire entro 48 ore – ripete il presidente Panzani – ma se le schede non arrivano nei locali idonei individuati, messi a norma dal comune di Torino con le risorse per l´approntamento per prossime elezioni, alla sentenza del Tar non possiamo dare esecuzione».
Il Comune di Torino ha stimato un costo di circa 180mila euro per l’operazione riconteggio. Oltre ai locali servono infatti il personale e un servizio di vigilanza. Altri 168mila euro potrebbero poi essere necessari per pagare gli straordinari del personale del palazzo di giustizia. Secondo Panzani, questa seconda spesa potrebbe rivelarsi non necessaria: si potrebbero utilizzare i normali orari di ufficio degli impiegati, anche se questo comporterebbe un rallentamento delle attività ordinarie.