La guerra tra i narcos è sempre più cruenta
Gli omicidi dei narcotrafficanti messicani si fanno sempre più violenti
Quattro uomini tra i venticinque e i trent’anni sono stati decapitati e mutilati, poi appesi per le caviglie al ponte della strada principale che porta a Cuernavaca, una città dello stato di Morelos nel centro del Messico. Insieme alle loro teste, è stato trovato un messaggio: chiunque seguirà Edgar Valdez farà la stessa fine.
È questo il tenore degli omicidi mirati dei cartelli della droga messicani che si minacciano a vicenda per il controllo dei territori, in una guerra alla droga che negli ultimi quattro anni ha ucciso circa 25.000 persone, tra civili, forze dell’ordine e trafficanti; solo quest’anno i morti sono circa 6.000.
Edgar Valdez, l’uomo a cui era destinato il messaggio, sta combattendo contro Hector Beltran Leyva per il controllo di uno dei sette cartelli più potenti del Messico, l’organizzazione Beltran Levya. Valdez, cittadino americano soprannominato Barbie per i suoi lunghi capelli biondi, sta cercando di conquistare il controllo del cartello un tempo guidato da Arturo Beltran Leyva, ucciso in dicembre dalla polizia messicana. A contrastarlo c’è il fratello di Arturo, Hector, il mandante delle quattro impiccagioni. Il terzo fratello, Carlos, è in prigione da gennaio, scrive la BBC.
Si pensa che tra i cartelli messicani l’organizzazione Beltran Leyva abbia l’intelligence più avanzata, in grado di controllare aziende coinvolte, tra le altre cose, nel campo dei trasporti, della medicina, dell’elettronica e dell’ospitalità.