Arriva Facebook Places
Come funziona il nuovo servizio di geolocalizzazione presentato ieri da Facebook
Come era stato largamente anticipato, ieri sera Facebook ha presentato Facebook Places, un’applicazione che darà la possibilità agli utenti di localizzare geograficamente la loro posizione, comunicarla ai propri amici attraverso il loro messaggio di status e soprattutto controllare chi è presente insieme a loro nel posto in cui si trovano, tra gli utenti di Facebook.
Il tutto funziona in modo non così dissimile da Foursquare, il social network basato sulla geolocalizzazione che permette proprio di condividere la propria posizione con gli utenti basandosi sul sistema dei check-in: si arriva in un posto, si apre l’applicazione di Facebook sullo smartphone, si accede alla pagina di Facebook Places e si fa check-in. Automaticamente il messaggio finirà sulla nostra bacheca e sulla pagina del posto in questione – un bar, un cinema, un’università – mentre noi saremo in grado di vedere chi altri si trova in quel momento nello stesso posto grazie alla funzione “Who are here”. Così, spiega Facebook, non correrete più il rischio di scoprire soltanto il giorno dopo che siete stati nello stesso posto insieme a un vostro amico ma non lo avete incontrato. Possiamo anche taggare le persone che si trovano con noi (che ovviamente si possono staggare, come già avviene per le foto, o possono del tutto impedire ad altri utenti di taggarli nei check-in).
Si arriva quindi alla questione della privacy, già sollevata da alcune associazioni che si occupano di questi temi. “Ogni volta che Facebook cambia qualcosa”, ha detto Rainey Reitman, portavoce della Privacy Rights Clearinghouse, “i consumatori fanno molta fatica a capirne le impostazioni sulla privacy. I dati sulla localizzazione hanno a che fare con la sicurezza delle persone. Se la gente sa dove sei, sa anche dove non sei: la localizzazione è uno dei dati più sensibili che ci sia”. Il product manager di Places, Michael Sharon, ha detto però che Places “non è un servizio per dire continuamente agli altri dove ti trovi, ma solo se e quando vuoi”. Che è una cosa che accade già con gli aggiornamenti di status, che spesso gli utenti di Facebook usano per dire dove sono e cosa stanno facendo. Ovviamente gli utenti possono poi calibrare come vogliono il grado di condivisione: possono decidere di non essere taggati nei check-in senza il loro assenso, possono decidere di comunicare i dati sulla loro posizione a tutti o solo ai loro amici, eccetera.
Diversi commentatori stanno facendo notare come Places potrebbe attrarre nel mercato pubblicitario online una fattispecie di inserzionisti che finora era stato complicato intercettare: le piccole imprese. Google ci prova da tempo, puntando sui modi per rendere più facile e veloce la ricerca dei negozi e delle piccole attività commerciali per gli utenti. Places potrebbe far fare un ulteriore salto a questa fetta di mercato, seppure nella sua fase iniziale la nuova feature di Facebook non conterrà pubblicità.
Per adesso, Places è disponibile soltanto negli Stati Uniti. Walter Mossberg, l’esperto di tecnologia del Wall Street Journal, ha provato Places per alcuni giorni prima della sua presentazione, e gli è piaciuto.
Per quel che l’ho provato, Places funziona bene. Mi piacerebbe solo avere un paio di opzioni in più. Per esempio, oggi non posso decidere di non pubblicare i miei check-in sulla mia bacheca, a meno di non voler bloccare del tutto gli aggiornamenti di status. E non posso decidere di non pubblicare i miei check-in sulle pagine degli esercizi commerciali e dei posti in cui vado. Places omette alcune delle opzioni più noiose dei suoi competitor nel settore ma lascia fuori anche delle cose che varrebbe la pena riprendere, come la possibilità di commentare o dare un consiglio sui posti in cui si va check-in, come su Foursquare. Tutto sommato, però, Places rappresenta un bel passo in avanti per Facebook: uno capace di renderlo ancora più attraente di quanto è già.