Alcuni soldati israeliani accusati di furto alla Freedom Flotilla
Uno degli ufficiali avrebbe venduto ad altri militari alcuni computer appartenenti a membri dell'equipaggio delle navi
Un tenente dell’esercito israeliano è accusato di aver rubato dagli attivisti di una delle navi della Freedom Flotilla alcuni computer portatili, e di averli poi venduti ad altri tre ufficiali: tutti e quattro sono stati arrestati dalla polizia militare israeliana.
Un mese e mezzo fa l’esercito israeliano aveva attaccato alcune navi di aiuti umanitari che miravano a rompere l’embargo imposto alla Striscia di Gaza. Gli uomini a bordo di una di queste imbarcazioni, la Mavi Marmara, avevano reagito con violenza e, negli scontri che erano seguiti all’abbordaggio, nove membri dell’equipaggio erano stati uccisi.
Da quel momento la nave era stata traghettata nel porto israeliano di Ashdod e posta sotto sequestro, mentre gli aiuti presenti a bordo delle varie navi erano stati indirizzati verso Gaza attraverso le vie tradizionali. Già a giugno un giornalista italiano presente a bordo di una delle navi minori della Freedom Flotilla, Manolo Luppichini, aveva accusato l’esercito israeliano di aver utilizzato la propria carta di credito per fare degli acquisti.
In questo caso l’oggetto del furto sarebbero computer – fra i quattro e i sei – e forse dei telefoni cellulari. L’esercito israeliano ha comunicato di aver aperto un’inchiesta a proposito del possibile furto, ma ha specificato che non è ancora chiaro se il furto sia stato effettivamente commesso.