Un grande scrittore americano
Recensioni entusiaste e la copertina di Time per Jonathan Franzen e il suo ultimo libro, "Freedom"
Great american novelist è il titolo del servizio di copertina dell’ultimo numero di Time, che da dieci anni non dedicava il suo articolo più importante a uno scrittore vivente. Era il 2000, e lo scrittore Stephen King. Oggi quella copertina è di Jonathan Franzen, in occasione dell’uscita di Freedom, a nove anni dal suo precedente romanzo Le Correzioni.
Le Correzioni è stato accolto come un capolavoro, tanto dalla critica quanto dalla maggior parte dei suoi 3 milioni di lettori nel corso degli anni. Vincitore del National Book Award, è un libro che è entrato in tutte le classifiche dei migliori libri del decennio scorso, un romanzo che ricorda i grandi classici della letteratura dell’Ottocento, disinteressato alle mode della letteratura americana degli ultimi decenni che a volte sembra inseguire la forma più che il contenuto, evitando di affrontare di petto il mondo che ha intorno. È la storia di una famiglia che racchiude in sé i timori e le assurdità di questa epoca, in grado di mettere il lettore profondamente a disagio e farlo innamorare dei suoi personaggi.
Tra Le Correzioni e oggi, Franzen — che compie domani 51 anni — ha scritto diversi libri di saggi e articoli, ma ha faticato a ricominciare a scrivere un romanzo, forse per il peso del successo precedente. Poi, anche grazie allo shock della morte suicida di uno dei suoi migliori amici, lo scrittore David Foster Wallace, Franzen si è sbloccato, e due anni fa ha iniziato e finito la prima stesura di Freedom in circa nove mesi di lavoro. Ora, il 30 agosto, il libro uscirà negli Stati Uniti.
La storia ha di nuovo per protagonista una famiglia del Midwest in decadenza, quella dei Berglund. Patty, la moglie, una ex atleta da sempre intimamente innamorata di un musicista rock di successo, il migliore amico del marito al college. E Walter, il marito, un uomo debole e pieno di ideali che lavora per una multinazionale. Una coppia “carina” agli occhi di tutti, ma lacerata all’interno da ferite che ci vengono raccontate da Patty, in prima persona, in un lungo testo che scrive al suo terapista.
In questi giorni ogni quotidiano e rivista sta dicendo la sua sul libro, e Franzen sembra essere riuscito a replicare la qualità del suo lavoro di nove anni fa. Sam Anderson sul New York Magazine scrive che
Il libro sarebbe insopportabilmente noioso, se non fosse per il fatto che è l’opera di un genio totale: ci ricorda sia perché Franzen ci aveva emozionato così tanto, sia la magia innegabile — anche oggi, nell’era digitale — della letteratura dei vecchi tempi.
Se possibile, ancora più positiva l’opinione di Michiko Kakutani, una delle direttrici della sezione culturale del New York Times che, tra l’altro, Franzen aveva definito «la persona più stupida di New York» dopo uno screzio riguardo alla recensione di uno dei suoi saggi.
In passato, Franzen tendeva ad imporre una visione cinica e meccanica del mondo ai suoi personaggi, rischiando di tramutarli in pedine dell’autore soggette ai semplici imperativi freudiani e darwiniani. Questa volta, nel creare un conflitto, gli individui sono in grado di scegliere il proprio destino. Franzen ha scritto il suo romanzo più profondamente sentito — un romanzo che è sia una biografia convincente di una famiglia anomala, sia un ritratto indelebile del nostro tempo.
Il libro uscirà in Italia nel 2011 per Einaudi.