“Fini cambiava pannolini”
Farefuturo smonta l'ultima testimonianza del Giornale su Fini e Montecarlo
Ieri il Giornale pubblicava un’intervista a un imprenditore italiano, Luciano Care, residente a Montecarlo e “frequentatore” del condominio presso il quale si trova l’immobile di cui si discute in questi giorni, l’appartamento ereditato da AN, ceduto a una società offshore e ora finito in affitto a Giancarlo Tulliani, cognato dello stesso Fini.
Luciano Care – che a fare una ricerca su Google sembra fare effettivamente l’imprenditore a Montecarlo – sosteneva di aver visto Fini all’interno del palazzo più volte, l’ultima volta a novembre del 2009 durante il ponte dei morti. Di averlo visto uscire da quella casa con Elisabetta e Giancarlo Tulliani, di avergli stretto la mano, di averlo trovato senza scorta. Una versione dei fatti che è stata messa in discussione in serata dal sito internet della fondazione Fare Futuro, secondo cui è impossibile che Giancarlo Fini ed Elisabetta Tulliani si siano trovati a Montecarlo durante il ponte dei morti, visto che venti giorni prima avevano avuto la loro seconda figlia.
Il delirio diffamatorio del Giornale contro Fini sta sconfinando nel ridicolo. Prima abbiamo letto l’intervista sulla cucina a un dipendente del mobilificio romano che il giorno prima aveva deciso di licenziarsi. Vien da chiedersi perché si è licenziato, chi l’ha convinto e a che condizioni, visto tra l’altro che non aveva nulla da dire. Oggi assistiamo a un presunto scoop secondo il quale il presidente della Camera insieme con Elisabetta si trovava a Montecarlo in occasione del ponte dei morti del 2009.
Consigliamo al Giornale di impegnarsi di piùperché per costruire false testimonianze bisogna saperci fare ed essere pignoli nei controlli. A parte il fatto che gli spostamenti della terza carica dello Stato restano scritti nero su bianco presso le autorità competenti per la sicurezza, il 10 ottobre 2009 è nata la piccola Martina e venti giorni dopo la mamma era a Roma ad allattare e papà Fini a cambiare i pannolini. Di fronte a questa smentita documentale ci aspettiamo che il testimone smemorato indichi altre date o altre versioni, giusto per proseguire la diffamazione e aumentare la confusione. In attesa di conoscere le altre “bufale” del delirio diffamatorio siamo certi che la magistratura e l’ordine dei giornalisti saranno severissimi nel sanzionare questo pseudogiornalismo.