Dove finiscono gli aiuti per i rom?
Le Monde racconta che ogni anno l'UE destina miliardi di euro a Romania e Ungheria per l'integrazione dei rom, senza ottenere grandi risultati
Ogni anno l’Unione Europea destina ingenti finanziamenti a Ungheria e Romania perché questi assistano le loro numerose comunità rom, scoraggiando la loro migrazione negli altri paesi comunitari. Questo genere di programmi però ha ottenuto finora risultati piuttosto scarsi, e il ministro francese Pierre Lellouche poche settimane fa aveva sollecitato un confronto su “un problema reale del quale è arrivato il momento di occuparsi concretamente”. Tra il 2007 e il 2013 l’UE spenderà circa 13 miliardi di euro per i rom e altri gruppi definiti “vulnerabili”. I fondi strutturali comunitari cofinanziano progetti per la prima infanzia, l’istruzione e il lavoro. Ma questi soldi vengono spesi con estrema lentezza e su programmi discutibili, racconta Le Monde.
Il dibattito sull’integrazione dei rom in Europa invocato da Francia, Italia e Svezia non trova soluzione. Pierre Lellouche, segretario francese agli affari europei, aveva sollecitato alcune settimane fa un confronto “urgente” su “un problema reale del quale è arrivato il momento di occuparsi concretamente”.
Ricordando i problemi della delinquenza minorile, ma anche delle reti della prostituzione e dei traffici di bambini in Francia, Lellouche aveva puntato il dito contro i flussi di “popoli che non cercano in alcun modo di integrarsi”, la responsabilità dei paesi d’origine dei rom (nove milioni dei quali hanno un passaporto europeo), o ancora la relativa inerzia della Commissione europea che, come sottolinea Lellouche, spende molti soldi proprio per facilitarne l’integrazione. La Svezia ha avanzato da parte sua la richiesta di un “piano d’azione vincolante”, che “risponda concretamente a una situazione d’emergenza”.
Questi governi hanno preso di mira anche alcuni paesi d’origine, accusati di eludere i propri doveri di assistenza. Oltre alla Bulgaria (da dove provengono 750mila rom, secondo le stime) e la Slovacchia (500mila), le critiche si sono concentrate sulla Romania (ufficialmente 537mila rom, più verosimilmente circa due milioni). E Bucarest ha promesso di darsi da fare. Come primo passo ha nominato un segretario di stato responsabile per i rom rimpatriati, ma in seguito ha anche protestato per la distruzione degli accampamenti in Francia e per il “biasimo pubblico” di cui è fatta oggetto.