Ricomincia la Premier League
È il campionato più vecchio del mondo, e forse – ultimamente – anche il più divertente
di Giovanni Fontana
La Premier League, lo sapete tutti, è la massima serie del campionato di calcio inglese. Negli anni passati le favorite si potevano descrivere come in una griglia di partenza di una gara di formula uno, a coppie: in prima fila Manchester United e Chelsea, in seconda fila Liverpool e Arsenal, in terza fila Tottenham e Everton, e così via. Il risultato difficilmente variava da queste previsioni di inizio anno, ma quest’anno le cose sono un po’ diverse.
Le Big Four
Dall’istituzione della Premier League, nel 1992, le dominatrici sono quattro: Chelsea, Manchester United, Arsenal e Liverpool. Da quindici anni il campionato lo vincono solo loro, da dieci occupano interamente il podio finale, e in sei occasioni – 1998, 2004, 2006, 2007, 2008 e 2009 – hanno fatto l’en plein andando a riempire le prime quattro posizioni della classifica.
Il Chelsea, allenato da Carlo Ancelotti, ha vinto il campionato lo scorso anno e rimane la squadra favorita. Quest’estate ha dato via diversi giocatori nella parabola discendente della loro carriera, che sono rientrati in patria: Ballack in Germania, Deco e Belletti in Brasile. Inoltre Joe Cole, in scadenza di contratto, si è accasato al Liverpool. Proprio l’altro ieri, poi, ha ceduto Ricardo Carvalho – che oramai faceva panchina a Londra – al Real Madrid di Mourinho. In cambio ha comprato l’israeliano Benayoun dal Liverpool, e proprio ieri ha annunciato l’acquisto del brasiliano Ramires.
Il Manchester United dell’immortale Alex Ferguson ha puntato sui giovani, lasciando la rosa titolare sostanzialmente invariata e acquistando le promesse Smalling, difensore inglese, Bebe, attaccante portoghese, oltre che il messicano Hernandez, già autore di un gol di faccia nella vittoria per 3-1 della Community Shield, la Supercoppa inglese, contro il Chelsea. Le cessioni sono state minori, Tosic è andato in Russia e il portiere di riserva Foster è stato venduto al Birmingham.
Un gradino sotto alle prime due sembra l’Arsenal, terzo lo scorso anno, che proprio oggi ha rinnovato il contratto al proprio allenatore; per Arsène Wenger la più bella notizia del calciomercato è stata certamente l’essere riuscito a trattenere Cesc Fabregas, capitano della squadra e centrocampista campione del mondo con la Spagna, che aveva attirato l’interesse dei più importanti club d’Europa. I Gunners hanno comprato in Francia, come spesso fatto in passato, il difensore Koscielny e l’attaccante marocchino Chamakh. In Ucraina è andato a finire il mai esploso attaccante Eduardo, e hanno lasciato il club anche gli attempati Campbell, Gallas e Silvestre.
Il Liverpool, delusione dell’anno passato, ha fatto diversi cambi in organico, a cominciare dall’assunzione di Roy Hodgson, sorpresa della scorsa stagione con il Fulham: come detto, ha scambiato Joe Cole e Benayon con il Chelsea. Sulle fasce ha dato via lo spagnolo Riera e ha acquistato dalla Juventus Christian Poulsen che dovrebbe andare a sostituire Javier Mascherano in mezzo al campo nel caso di una probabile cessione di quest’ultimo. I Reds sembrano comunque aver perso un po’ dello smalto che soltanto un paio d’anni fa li qualificava come una delle squadre più forti al mondo, e che li portò a giocarsi la finale della Champions League nel 2005 e nel 2007.
Il Manchester City
La novità nel panorama, e l’unica in grado di intaccare il quadripolio delle Big Four, è sicuramente il Manchester City dello sceicco degli Emirati Arabi Uniti Mansour bin Zayed Al Nahyan, e gestito dal connazionale imprenditore Khaldoon Al Mubarak. La barzelletta che si racconta sul proprietario del club è che abbia talmente tanti soldi – e tanta voglia di spenderli – che per vincere la Premier League gli sarebbe sufficiente comprare tutti i giocatori di tutte le squadre della lega e tenerli in tribuna, così da trionfare per carenza di avversari.
La cosa si è vista, da quando ha preso in mano l’indebitatissimo club e ha cominciato ad acquistare giocatori in giro per il mondo a cifre che pochi altri si possono permettere, sfilando diversi campioni anche alle proprie avversarie nella lotta al titolo inglese: subito Robinho dal Real Madrid, poi Adebayor e Kolo Touré dall’Arsenal, Barry dall’Aston Villa, Bellamy dal West Ham, Bridge dal Chelsea, De Jong dall’Amburgo, Given dal Newcastle, Lescott dall’Everton, Santa Cruz dal Blackburn, Tevez dal Manchester United, Vieira dall’Inter, Adam Johnson dal Middlesbrough.
Quest’estate non è stato da meno e ha messo a disposizione di Roberto Mancini, altro italiano che allena in Inghilterra, più di cento milioni di euro che sono serviti agli acquisti di Yaya Toure dal Barcellona, David Silva dal Valencia, Kolarov dalla Lazio, Jerome Boateng dall’Amburgo e per ultimo Mario Balotelli dall’Inter. Non paghi, sembra che prima della fine del calciomercato, i Citizens si assicureranno un esterno di centrocampo, probabilmente Milner dell’Aston Villa.
Naturalmente con un tale imbarazzo della scelta, il problema per Mancini sarà quello di riuscire ad amalgamare tutti questi campioni e dare loro un gioco di squadra. Gli esiti sono dubbi, ma è certo che una simile campagna acquisti porta prepotentemente il Manchester City fra le favorite per il titolo.
Le altre
Aston Villa, Everton e Tottenham seguono, con la squadra di Londra un gradino sopra le altre due. Tutte e tre hanno fatto una campagna acquisti blanda, tenendo sostanzialmente in bianco sia la casella delle cessioni che quella degli acquisti, dedicandosi soltanto al mercato dei giovani da assicurarsi o dare in prestito. Fa eccezione l’acquisto del centrocampista brasiliano Sandro Raniere, da parte degli Spurs, e naturalmente l’eventuale rimpiazzo che l’Aston Villa – sesto l’anno scorso – prenderebbe in caso di cessione di Milner.
Dietro queste squadre si affaccia il Sunderland, autore di una buona campagna acquisti con cui ha puntellato la difesa: sono arrivati Menash, Onohua e Bramble, oltre che il giovane Wellbeck dal Manchester United. Sono però andati via Jones e Cana, che avevano disputato un’ottima stagione l’anno scorso. Una menzione anche per il Fulham, finalista di Europa League lo scorso anno – che ha lasciato la squadra tutto sommato invariata sostituendo Smalling con Senderos – e il Birmingham City che ha comprato Foster, un buon portiere, e il gigante Zigic. Infine, più nella parte destra che in quella sinistra della classifica dovrebbe finire il Blackburn, che non ha fatto acquisti di rilievo.
La zona retrocessione
La critica che viene spesso fatta al calcio inglese è che la suddivisione del denaro fra la prima serie e quelle inferiori sia troppo squilibrata, rendendo molto difficile per una squadra neopromossa riuscire a salvarsi. È capitato spesso che varie squadre passassero soltanto una stagione nella massima serie, per poi risprofondare nelle serie minori, e anche quest’anno il rischio è il medesimo.
Un caso particolare è quello del Newcastle, nobile decaduta del calcio inglese, che dopo aver passato la scorsa stagione nella seconda divisione – e avendola vinta con un organico nettamente superiore alla media, e più di cento punti in classifica – non dovrebbe trovare troppa difficoltà a raggiungere una salvezza tranquilla.
Diverso è il discorso per le altre due neopromosse, il West Bromwich Albion e soprattutto il Blackpool: dopo una stagione regolare conclusa al sesto posto, gli arancioni di Blackpool hanno vinto i playoff contro i più quotati avversari del Cardiff City e del Nottingham Forest, e sono tornati nella massima serie dopo quarant’anni. Gli acquisti di Harewood, Ludovic Sylvestre e Grandin – e ieri quello di Basham – potrebbero però non bastare a rinforzare quella che è la rosa più debole dell’intera Premier League. Simile la situazione per il WBA che però ha un organico di partenza comunque superiore, che ha perfezionato acquistando Shorey dall’Aston Villa, Myhill, Ibanez e Steven Reid.
Altre candidate alla retrocessione sono il Wigan, che ha fatto una buona campagna acquisti – Alcaraz, Boselli e Ronnie Stam; i Wolverhampton Wanderers, che hanno saccheggiato Burnley e Hull retrocesse lo scorso anno; il Bolton, che ha comprato Klansic e Petrov, due giocatori sottovalutati che potrebbero fare un’ottima stagione; lo Stoke City, che innesta Jones nella squadra dello scorso anno; e il West Ham, che l’anno scorso si era salvato per un soffio, ma che fatto un’ottima campagna acquisti comprando Barrera, Ben Haim, Piquionne, Winston Reid e il laziale Hitzlsperger;
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Le nuove maglie di tutte delle squadre appena elencate, che si contenderanno il titolo della stagione 2010-2011, le potete vedete qui.
Chi manca
Le due squadre con un passato di prestigio – non troppo lontano – che mancano in questa Premier League, e mancano da un po’, sono certamente Nottingham Forest e Leeds United.
La squadra della contea di Robin Hood è stata a un passo dal risalire in Premier League lo scorso anno, arrivando terza nella seconda serie ma perdendo ai playoff. È tutt’ora l’unica squadra militante nelle serie minori d’Europa ad aver vinto la Champions League. A dire il vero ne ha vinte due di Coppe dei Campioni, vincendo un solo scudetto nazionale, e anche questo è un record.
Dopo un glorioso passato recente, culminato nel titolo del ’92, il Leeds ha poi giocato diversi campionati a ottimo livello, e nel 2001 è arrivato anche in semifinale di Champions League. Dopo un’enorme crisi finanziaria la squadra è crollata, toccando addirittura la terza divisione, per poi risalire nella Serie B inglese proprio quest’anno.
Infine vanno menzionate Burnley e Portsmouth, che sono appena retrocesse, mentre il periodo d’oro dei due Sheffield – Wensday e United – e ancora di più di Huddersfield e Prenston North End è troppo lontano nel tempo perché ci se ne ricordi.
Il pronostico del Post
Vince il Manchester United, e Rooney la classifica cannonieri. Il City arriva terzo e in Champions ci va una fra Everton e Tottenham. Che il Liverpool di Hodgson andrà male ve lo dicono tutti, noi vi diciamo anche che l’Arsenal deluderà, finendo fuori dalla zona Europa, e a fine anno – nonostante il rinnovo – Wenger terminerà il suo glorioso ciclo con i Gunners. Da tenere d’occhio le sorprese Birmingham, Bolton e Stoke. Retrocedono Blackpool, West Bromwich Albion e – sì – il Sunderland. La giovane sorpresa sarà il “Chicharito” Hernandez, la conferma Jermain Defoe, la grande delusione Carlos Tevez.