C’è un tesoro segreto di Haider?
Si parla di 45 milioni di euro ritrovati in alcuni conti segreti in Liechtenstein
Il leader dell’estrema destra austriaca Jorg Haider è tornato a far parlare di sé a quasi due anni dalla sua morte, avvenuta nell’ottobre del 2008 in un incidente stradale. La settimana scorsa il settimanale austriaco Profil ha parlato di un ipotetico tesoro segreto di Haider che ammonterebbe a 45 milioni di euro e che potrebbe essere collegato alle sue frequentazioni con Saddam Hussein e con Moammar Gheddafi. La storia ha acquistato maggior fondamento in seguito alla pubblicazione di parte di un diario segreto di un collaboratore di Haider. Il settimanale tedesco Spiegel spiega meglio di che cosa si tratta.
Circa 45 milioni di euro appartenenti a Haider sono stati ritrovati in alcuni conti segreti in Liechtenstein. I conti sono stati scoperti durante le indagini sulla privatizzazione della società immobiliare austriaca Buwog nel 2004 e sulla controversa acquisizione della banca austriaca Hypo Group Alpe da parte della banca statale bavarese BayernLB nel 2007.
Nella sua Carinzia, la regione di cui fu governatore per due volte, Haider è ancora popolarissimo: il ponte più alto della regione porta il suo nome e il luogo in cui si è schiantato in macchina è meta di un costante pellegrinaggio dei suoi seguaci più devoti. Gli hanno anche dedicato un museo: ci sono le sue scarpe, la sua scrivania, il suo cavallo a dondolo. Secondo i suoi fedelissimi, le accuse che gli vengono rivolte di aver accumulato capitali personali segreti sono solo delle menzogne.
Eppure le accuse – scrive lo Spiegel – non possono essere ignorate facilmente.
Le relazioni di Haider con l’Iraq erano note a tutti. Era uno dei pochi politici occidentali ad essere stato in Iraq quando Saddam era ancora al potere, ci andò almeno tre volte. Nel 2003 scrisse anche un libro sui suoi incontri con il dittatore iracheno.
E ora la pubblicazione da parte di alcuni giornali austriaci di parti di un misterioso diario tenuto dal suo consulente Walter Meischberger sembra rafforzare le accuse. Il diario era stato confiscato dalla villa di Meischberger durante le indagini seguite all’inchiesta sulla privatizzazione della Buwog. Alcuni passi parlano di certi conti appartenenti a Saddam Hussein e ai suoi figli, che sarebbero stati amministrati da alcuni assistenti di Haider.
Nel diario si parla anche di 45 milioni di euro – la stessa cifra di cui parla Profil – che Haider avrebbe ricevuto dalla Libia. Haider aveva una relazione molto stretta con il figlio di Gheddafi, Said, che una volta fu invitato ad assistere al Ballo dell’Opera di Vienna proprio accanto a Haider. Said andò anche al suo funerale.
Secondo lo Spiegel non è ancora del tutto chiara l’attendibilità di questo diario. Alcune parti sembrano scritte come se si sapesse che poi sarebbero state pubblicate, o come se si cercasse di distogliere l’attenzione dalle illegalità commesse da Meischberger e spostare l’attenzione su quelle degli altri collaboratori di Haider. Meischberger finora ha commentato in modo molto vago: «Vi consiglio di non prenderlo troppo sul serio», ha detto al giornale austriaco Kurier, spiegando che in realtà non si tratta di un diario, ma di semplici note che aveva buttato giù per fissare la sua linea di difesa per l’inchiesta che lo coinvolgeva.
Altri sostengono al contrario che sospetti sui finanziamenti illeciti ottenuti da Haider c’erano da tempo, ma che non era stata mai condotta nessuna inchiesta. Rolf Holub, dei Verdi, dice che dei conti segreti di Haider si parlava già nel 2007, ma che nessuno si era preoccupato di indagare. Anche Franz Fiedler, attuale capo dell’organizzazione contro la corruzione Transparency International, ha accusato i giudici di procedere troppo lentamente con le indagini. In Carinzia invece tutti criticano i giornali, che si starebbero approfittando del caso solo per vendere più copie. Kurt Scheuch, segretario della sezione carinziana dell’FPO (Partito della Libertà Austriaco), ha detto che i media si stanno approfittando della memoria di Haider e che il tutto gli ricorda i diari falsi di Hitler messi in circolazione negli anni Ottanta.