I candidati alle primarie repubblicane del 2012
È ancora presto per sapere chi sarà, ma qualche nome si può già fare, guardando i loro conti in banca
La politica americana è fatta in modo che fino a novembre di quest’anno non si parlerà di nient’altro che delle elezioni di metà mandato, ma già dal giorno dopo il voto non si parlerà di nient’altro che della campagna elettorale in vista delle presidenziali del 2012. Come da prassi, i democratici hanno già il loro candidato, cioè il presidente uscente: nonostante questo effettueranno comunque le elezioni primarie, che sono previste dalla legge ma salvo gigantesche sorprese per Obama saranno una formalità. I repubblicani invece dovranno sottoporsi a una selezione ben più combattuta e accesa.
Nessuno si è ancora candidato ufficialmente ma molti dei papabili hanno da tempo messo in azione i cosiddetti PAC, che sta per Political Action Committee: comitati il cui ruolo fondamentale è creare le condizioni per una candidatura alla presidenziali attraverso la raccolta di fondi e il loro investimento in comunicazione, promozione e sostegno a vari candidati al congresso, il cui consenso potrebbe tornare utile più avanti. Per questo Newsweek suggerisce che ci si possa fare un’idea della situazione seguendo una delle regole auree di Washington: seguire i soldi.
Mitt Romney (soldi raccolti: 5.864.818 dollari – soldi spesi: 324.256 dollari)
L’ex governatore del Massachusetts, mormone e relativamente moderato, già sfidante di McCain alle primarie del 2008, non ha il problema dei soldi. Lui stesso è ricchissimo, e può sfruttare la maggior parte dei ricchi finanziatori repubblicani, che non hanno ancora trovato un cavallo migliore di lui. Le sue intenzioni non sono un mistero: Romney si candiderà certamente alle primarie. Finora ha speso soldi soprattutto promuovendo candidati alla camera e al senato alle elezioni di metà mandato, puntando soprattutto su moderati e su deputati e senatori uscenti.
Sarah Palin (soldi raccolti: 3.392.735 dollari – soldi spesi: 137.500 dollari)
Della sua candidatura alle presidenziali del 2012 si parla praticamente da prima che finissero le presidenziali del 2008, tra le speranze dell’elettorato ultra conservatore e i timori di tutti gli altri. L’ex governatrice dell’Alaska ha dalla sua la capacità più unica che rara di attirare l’attenzione dei mezzi di comunicazione e un esercito di volontari pronti a darle una mano. Rischia di non avere abbastanza fondi, lei come tutto il movimento dei tea party, e rischia di pagare la decisione di dimettersi da governatrice dell’Alaska per fare la conferenziera: quattro anni dopo le presidenziali del 2008, il problema della sua inesperienza sarà ancora lì, irrisolto. La cosa certa è che finché non scioglierà la riserva una volta per tutte, la sua eventuale candidatura sarà la più grande preoccupazione di tutti gli altri sfidanti.
Tim Pawlenty (soldi raccolti: 2.570.308 dollari – soldi spesi: 108.906 dollari)
Popolare governatore del Minnesota, ha rinunciato alla corsa alla rielezione mostrando interesse a una candidatura alla Casa Bianca. Ha quarantanove anni e la sua candidatura sembrava possibile già due anni fa. La raccolta fondi va bene, ma non quanto quella di Romney e Palin: i suoi assistenti fanno notare però che Pawlenty fa il governatore e non il candidato a tempo pieno come i suoi sfidanti. Da novembre sarà anche lui libero di dedicarsi alle sue aspirazioni, e gli uffici che ha aperto qualche tempo fa in Iowa e in New Hampshire – i primi stati in cui si vota nelle primarie – lasciano pochi dubbi su quali siano.
Haley Barbour (soldi raccolti: 580.152 dollari – soldi spesi: 62.500 dollari)
Sessantatre anni, governatore del Mississippi, ex lobbista, Barbour era il presidente dei repubblicani nel 1996, quando il GOP conquistò una storica maggioranza in entrambi i rami del congresso. Ed era il governatore del Mississippi nel 2007, durante l’uragano Katrina. Va molto forte al sud, ma la sua raccolta fondi finora ha stentato parecchio. La sua carta è la presidenza dell’associazione dei governatori repubblicani, che potrebbe dargli accesso a una lista di facoltosi donatori.
Newt Gingrich (soldi raccolti: 20.658.514 dollari – soldi spesi: 4.000 dollari su candidati, diversi milioni su campagne tematiche)
Gingrich ha sessantasette anni, è molto conservatore ed è stato uno dei protagonisti delle vittorie dei repubblicani durante il mandato di Barbour. Ha fatto il presidente della camera durante l’amministrazione Clinton ed è uno dei più severi critici del presidente Obama. Non fatevi impressionare dalla cifra: l’organizzazione di Gingrich ha una struttura legale diversa dalle altre e può utilizzare i soldi raccolti solo per finanziare campagne tematiche, non per promuovere questo o quel candidato. I soldi sono comunque molti e possono tornare utili, ma difficilmente gli permetteranno di fare strada alle primarie, dove potrebbe invece essere un influente king maker.
Mike Huckabee (soldi raccolti: 1.355.427 dollari – soldi spesi: 84.000 dollari)
Huckabee fa sul serio, dice Newsweek, ma non così sul serio. Finora ha finanziato candidati impegnati in corse di minore importanza, concentrandosi soprattutto in California. Niente invece in Iowa, dove nel 2008 Huckabee vinse le primarie a sorpresa. Forse lì pensa di avere la vittoria in tasca, ma gli elettori dell’Iowa potrebbero non avere tutta questa memoria.
John Thune (soldi raccolti: 438.915 dollari)
Senatore ultraconservatore, sta affrontando un’impegnativa campagna elettorale per la rielezione a novembre. Dovesse essere rieletto bene, potrebbe fare un pensierino alla Casa Bianca: il suo nome era già saltato fuori nel 2008 quando McCain cercava un vice.
Mitch Daniels (soldi raccolti: 728.029 dollari)
Governatore dell’Indiana, ha raccolto un bel po’ di soldi se si tiene conto della sua scarsa visibilità sulla scena nazionale. Ma raggiunge altissimi livelli di popolarità e ha governato più che dignitosamente: per questo da più parti si ipotizza una sua candidatura per il prossimo anno. Lui finora è stato molto vago, probabilmente aspetta di vedere come si organizzeranno gli altri.