Chi erano i medici uccisi in Afghanistan
Sono stati resi noti i nomi delle vittime dell'assalto dei talebani al convoglio umanitario
Sono stati resi noti i nomi delle dieci persone uccise in Afghanistan, dove si trovavano al servizio di una organizzazione umanitaria cristiana, la International Assistance Mission (IAM). Il gesto è stato rivendicato sabato dai talebani, ma risalirebbe ad almeno due settimane fa.
Il convoglio umanitario era composto da undici persone e viaggiava in una zona tra il Nuristan e il Badakhstan, poco distante dal confine col Pakistan. Per due settimane il gruppo aveva lavorato nei villaggi della zona portando avanti un progetto oculistico, e stava tornando verso Kabul quando un commando di militanti ha sparato sui loro fuoristrada costringendoli a fermarsi. Gli undici – che ovviamente erano disarmati – sono stati fatti scendere dai loro mezzi, sono stati messi in riga e sono stati uccisi a colpi di kalashnikov: la più classica delle esecuzioni.
Tom Little, 61enne americano, era il direttore del convoglio. Lavorava in Afghanistan fin dagli anni Settanta ed era il motore delle attività della ong. Parlava bene la lingua dari, insieme a sua moglie aveva cresciuto tre figlie a Kabul, nonostante la situazione politica instabile e la guerra civile in corso. Per tutti era “mister Tom”. Il direttore della IAM ha detto di lui che è «insostituibile».
Karen Woo aveva 36 anni ed era una cittadina britannica. Aveva rinunciato al suo lavoro in una clinica privata londinese per partecipare alla missione umanitaria ma nell’arco di due settimane sarebbe tornata in Gran Bretagna, dove aveva da tempo progettato il suo matrimonio. Stava raccontando la sua esperienza in Afghanistan in un blog. L’ultimo post risale al 20 luglio.
Glen Lapp, 40 anni, era un infermiere americano, arrivato in Afghanistan nel 2008 con l’idea di stare poche settimane e rimasto lì per dare una mano. Lavorava in uno dei centri oculistici attivati grazie ai programmi della IAM. Prima di andare in Afghanistan aveva fatto il volontario tra le vittime degli uragani Katrina e Rita.
Thomas Grams, 51 anni, era un dentista. Aveva lasciato il suo studio in Colorado quattro anni fa per lavorare a tempo pieno in Afghanistan e Nepal, fornendo cure dentali gratuite ai bambini.
Dan Terry, americano 63enne, si era trasferito in Afghanistan nel 1980 insieme a sua moglie. Aveva tre figlie, tutte e tre nate e cresciute in Afghanistan. Lavorava con i gruppi etnici più poveri, cercando di mettere in contatto le organizzazioni umanitarie e il governo per migliorare i servizi nelle aree più remote del paese.
Cheryl Beckett, aveva 32 anni, sei di questi passati in Afghanistan lavorando come medico specialista in nutrizione e maternità. In precedenza aveva lavorato in Honduras, Messico, Kenya e Zimbabwe.
Daniela Beyer, 35 anni, era di nazionalità tedesca. Era una linguista e interprete in tedesco, inglese e russo. Parlava il dari e stava imparando la lingua pashtu. Lavorava come interprete per le pazienti donne.
Brian Carderelli, 25enne della Virginia, era un fotografo e regista freelance, lavorava come responsabile delle pubbliche relazioni della Scuola Internazionale di Kabul. “Brian si era innamorato delle persone e della cultura dell’Afghanistan”, ha detto la scuola in una dichiarazione.
Mahram Ali, aveva 50 anni ed era di nazionalità afghana. Lavorava come guardiano dell’ospedale oculistico di Kabul dal 2007. Aveva una moglie e tre bambini piccoli.
Jawed, 24enne afghano, era il cuoco del convoglio. Aveva lavorato come cuoco all’ospedale oculistico governativo di Kabul e nel tempo libero collaborava con la IAM. L’organizzazione non governativa ha detto che Jawed aveva già fatto altri viaggi con i medici, ed era molto apprezzato per il suo senso dell’umorismo.