Gli incendi in Russia, foto, mappa e video
Ci sono almeno cinquecento focolai ancora attivi, il Daghestan è la regione più colpita
Non si fermano gli incendi in Russia. Sono almeno cinquecento i focolai ancora attivi, oltre cento quelli di grossa entità. Le zone più colpite sono quelle delle regioni a ovest di Mosca, ma anche della repubblica caucasica del Daghestan. Anche oggi uno spesso strato di fumo avvolge la capitale e l’inquinamento resta cinque volta al di sopra dei livelli di guardia. Finora gli incendi hanno causato la morte di almeno 52 persone, più di tremila hanno dovuto lasciare le loro case. Tutti sperano nell’arrivo delle piogge, ma le previsioni adesso dicono che le temperature resteranno sopra i 36 gradi per almeno un’altra settimana.
Negli ultimi sette giorni il clima secco e le alte temperature – in Russia non si registravano dei livelli così elevati da oltre cento anni – hanno scatenato oltre mille incendi nelle regioni centro-occidentali del paese. A Mosca il tasso di mortalità nel mese di luglio è cresciuto del 30% a causa del fumo e del caldo prolungato. Le autorità hanno invitato i moscoviti a rimanere a casa e non avventurarsi per le strade della città. L’aria si respira con difficoltà e il fumo ha anche raggiunto i tunnel sotterranei della metropolitana.
Ieri tutti i voli in arrivo a Mosca sono stati bloccati a causa del fumo. Alcuni incendi hanno anche minacciato di raggiungere un centro missilistico nucleare vicino a Mosca. Il presidente russo Dimitri Medvedev ha licenziato cinque ufficiali dell’esercito la settimana scorsa per non essere riusciti a fermare in modo tempestivo un incendio che stava divampando nei pressi di una base militare vicino alla capitale. Lo stato d’emergenza resta attivo in sette distretti federali, ma le autorità russe sono accusate di non aver saputo gestire gli incendi in modo adeguato.
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