PdL, arrivano i probiviri
Emersi improvvisamente dallo statuto del partito, si sono riuniti e decideranno il 16 settembre se espellere quelli che intanto se ne sono già andati
Il Secolo riferisce oggi della prima riunione del Collegio dei probiviri del PdL, a lungo ignoti al mondo e divenuti improvvisamente popolari alle cronache col deferimento dei finiani, salvo poi ritornare in secondo piano col precipitare degli eventi e la scissione di Futuro e Libertà.
Esiste davvero, s’è addirittura riunito e ieri ha eletto perfino un presidente, Vittorio Mathieu. Non ha ancora deciso nulla, lo farà a settembre, forse. Con una linea molto “aggressive”, visto che all’ordine del giorno c’è la possibile sospensione dal partito per chi è trasmigrato nei gruppi parlamentari di “Futuro e libertà” o in altre sigle autonome.
Il Collegio nazionale dei probiviri del Pdl, dato per disperso per oltre un anno e riesumato dall’ufficio di presidenza per punire i finiani, ieri s’è insediato designando i relatori dei vari ricorsi pendenti. Soltanto il 16 settembre verrà formalmente esaminata la questione dei “deferiti” per il dissenso interno manifestato (Bocchino, Granata e Briguglio) ma la notizia di ieri è che all’ordine del giorno ci sarà anche la “legittimazione passiva e l’appartenenza al partito di soci che abbiano costituito gruppi autonomi, alternativi al Pdl, sia a livello nazionale sia locale”.
Quindi i probiviri troveranno forse nuova legittimazione nel dover decidere provvedimenti anche contro tutti coloro che abbiano aderito al gruppo di Futuro e Libertà, “sia a livello nazionale sia locale”.
Ma non solo. Si dovrebbe finalmente mettere mano anche al caso Sicilia, dove il Pdl s’è da tempo spaccato in due con la nascita di un due gruppi autonomi nell’assemblea regionale, uno che sostiene il presidente Lombardo (composta dai finiani e da una parte dei seguaci di Micciché) e un altro che fa capo a Schifani e Alfano e che resta all’opposizione.
Una questione che per un anno s’è trascinata nell’indifferenza di Berlusconi, come gli ricordò Fini nel corso dell’infuocata direzione nazionale che sancì la rottura tra il premier e il presidente della Camera. Soltanto adesso il premier sembra averla presa in considerazione, affidandola ai probiviri sulla scìa dello strappo dei finiani a livello parlamentare.
Secondo il Secolo, però, a voler affrontare le tendenze sovversive all’interno del partito, i probiviri dovrebbero lavorare molto più assiduamente.
Il partito, del resto, manifesta focolai di divisione (ben antecedenti allo scontro tra Fini e Berlusconi) in diverse zone d’Italia, come hanno dimostrato le ultime elezioni amministrative, con i due Pdl contrapposti a Bolzano (col duello Biancofiore-Holzmann) e in Sardegna, con i dissidenti di Piergiorgio Massidda, che alle ultime provinciali, schierandosi contro ul candidato ufficiale del Popolo della libertà, aveva portato dalla propria parte perfino una lista della Lega Nord.