La pubblicità occulta degli enti locali nelle trasmissioni Rai
Un tariffario stabilisce quanto comuni o regioni debbano sborsare per comprare spazî nei diversi programmi
Fare pubblicità occulta è divenuto un modo di dire quasi proverbiale che spesso viene riferito scherzosamente a situazioni non propriamente pertinenti alla situazione; ci sono, tuttavia, occasioni in cui la formula potrebbe essere appropriata: è il caso di ciò che fa la Rai nei propri talk show.
Ne parla un articolo dell’Espresso, che racconta del vero e proprio listino che viene sottoposto ai diversi enti locali – regioni, province, amministrazioni locali – in cambio di un servizio agiografico che possa incentivare il turismo nei luoghi reclamizzati all’insaputa del telespettatore e con evidente calo di attendibilità da parte di programmi prsunti giornalistici o comunque di servizio pubblico.
L’imprecisato contributo viene segnalato con formule poco chiare, come “in collaborazione con”, che compaiono nei titoli di coda di programmi quali Uno Mattina, Voyager, Geo&Geo, La vita in diretta, o altre trasmissioni simili; spesso, addirittura, nei tg regionali che ospitano sindaci, assessori o consiglieri regionali intenti a pontificare sulle bellezze della loro terre.
L’Espresso è venuto in possesso di un documento chiamato “Proposta di piano di comunicazione” che la Rai aveva sottoposto alla Regione Sicilia. Il piano non era stato ancora approvato, ma mostrava il prezzario di questi contributi, dove la cifra da elargire cresceva all’incrementare della presenza – spesso, per meglio dire, dell’invasività – dei contenuti pubblicizzati nelle trasmissioni da mandare in onda:
Un intervento di 3-4 minuti su “Uno mattina”, contenitore storico di RaiUno, viene quotato 15 mila euro. Quattro gli “interventi” previsti per l’ente, per “un importo totale di 60 mila euro”. Più cara “Linea Verde”, che ha un ascolto medio tre volte superiore: per una puntata dedicata a un particolare territorio (immaginate un servizio tra le arance di Siracusa o i quartieri di Palermo) ci vogliono 60 mila euro. Per ogni intervento su “Linea Blu edizione 2010”, specializzata invece in località affacciate sulla costa, servono invece 25 mila euro: la durata della promozione, però, è di soli due minuti. In pratica, sono 138 euro al secondo tondi tondi.
Si conoscono anche casi di compravendite già avvenute:
La Campania, nel 2009, è stata protagonista di una striscia tutta sua nel programma “Buongiorno regione”, gestito dalla testata giornalistica regionale: Bassolino e compagni avevano investito 240 mila euro (…), Raffaele Lombardo ha stanziato di recente 25 milioni per coprodurre la soap “Agrodolce” su RaiTre (…), l’Emilia-Romagna ha da poco staccato un assegno da 200 mila euro per l’edizione 2010 di Miss Italia, mentre la Calabria finanzia il programma estivo di Rai Due “La giostra sul Due” per 360 mila euro
Non ci sono cifre per valutare se questi interventi abbiano il ritorno economico che gli enti locali che acquisiscono gli spazî si auspicherebbero, ma i giornalisti impegnati nell’opera di confezionamento di questi malcelati spot lamentano la mancanza di indipendenza giornalistica che il rincorrere questo tipo di finanziamenti comporta.