La lettera di Fareed Zakaria alla Anti-Defamation League
Il giornalista spiega il suo dissenso sulla moschea a Ground Zero e restituisce il premio ricevuto dall'organizzazione ebraica
di Fareed Zakaria
Caro Mr. Foxman,
cinque anni fa l’ADL mi ha onorato del suo premio Hubert Humphrey First Amendment Freedoms. Fui lusingato e commosso di essere stato scelto per riceverlo soprattutto per la grande stima che ho dell’ADL. Sono sempre stato impressionato dall’ampiezza della vostra missione – “mettere fine per sempre alle ingiuste discriminazioni e umiliazioni di ogni fede o comunità di cittadini” – a l’avete interpretata ampiamente attraverso i decenni. Avete combattuto le discriminazioni contro tutte le religioni e fedi e avete costruito una meritata reputazione.
Per questo sono rimasto stupefatto dalla vostra decisione di mettervi pubblicamente dalla parte di chi chiede sia spostato il centro islamico progettato nel sud di Manhattan. State scegliendo di usare il vostro immenso prestigio per prendere una posizione che è palesemente in contrasto con gli obiettivi della vostra organizzazione. Le vostre stesse dichiarazioni in proposito, asserendo che dobbiamo rispettare i sentimenti delle vittime anche se sono sentimenti irrazionali o bigotti, hanno peggiorato le cose.
Non è questo il luogo per discutere i contenuti dei comunicati stampa sulle vostre dichiarazioni. Lo hanno fatto in molti e io ne ho scritto su Newsweek e ne ho parlato al mio programma televisivo, li vedrete entrambi nel weekend. Questa lettera ha uno scopo più concreto. Non posso in coscienza conservare il premio e la somma che vi era acclusa e li restituisco entrambi. Spero che questo si aggiunga alle molte voci che vi hanno chiesto di ripensare e cambiare la vostra posizione, che perseguiterà la Anti-Defamation League per gli anni a venire, forse decenni. Che la moschea sia costruita o no, è in gioco qui l’integrità dell’ADL e la sua fedeltà ai propri principi. Ammettere un errore è un piccolo sacrificio se serve a riguadagnare la vostra reputazione