Violenze a Karachi, 45 morti
L'uccisione di un deputato ha scatenato aggressioni e devastazioni in tutta la città
Aggiornamento delle 16:30
Il numero delle vittime per le violenze a Karachi è salito a 45, riferiscono le autorità pakistane, mentre i feriti sono almeno 93. In molti casi si è trattato di esecuzioni mirate a tutti gli effetti. Un portavoce della provincia dello Sindh ha confermato l’arresto di almeno una decina di persone, ma si segnalano ancora colpi d’arma da fuoco in alcune aree della città, mentre per le strade bruciano ancora gli autobus e le auto utilizzate come barricate per arrestare il traffico e le forze dell’ordine. Accuse dirette verso specifiche fazioni politiche o gruppi di guerriglieri non sono state ancora formulate dalle autorità, che per ora cercano di riportare la calma prima di avviare indagini più approfondite.
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A Karachi, in Pakistan, l’uccisione di uno degli esponenti del principale partito della città ha scatenato violenze in cui sono morte almeno 35 persone. Raza Haider, del Movimento Muttahida Qaumi (MQM) di orientamento liberale, è stato assassinato lunedì insieme alla sua guardia del corpo mentre partecipava a un funerale nei pressi del centro della città, la più grande del Pakistan. Quattro uomini armati hanno aperto il fuoco contro il politico, prima di fuggire rapidamente dall’area della moschea.
La notizia dell’assassinio si è diffusa rapidamente e in pochi minuti decine di veicoli con a bordo dimostranti armati hanno bloccato le principali strade di Karachi: nelle aggressioni armate sono state anche ferite almeno cento persone. Ci sono state violenze anche in altre zone della provincia pakistana del Sindh.
Le autorità cittadine hanno deciso di chiudere mercati, centri commerciali e scuole per precauzione, mentre le strade ancora libere sono state intasate dal traffico dei tanti cittadini di ritorno verso le loro abitazioni. Il primo ministro pakistano, Yusuf Raza Gilani, ha invitato la popolazione a rimanere calma e ha annunciato l’avvio di un’inchiesta per indagare sulla morte di Haider e della sua guardia del corpo.
Alcuni esponenti del MQM accusano i sostenitori dell’Awami National Party (ANP, controllato principalmente dalla comunità pashtun) di essere i mandanti dell’omicidio di Haider, deputato all’assemblea della provincia Sindh (che ha Karachi per capitale). Buona parte dei morti e dei feriti fino a ora soccorsi sono di origine pashtun. L’ANP nega qualsiasi coinvolgimento e invita i membri del MQM, che come l’ANP fa parte della coalizione di governo, a moderare i toni in attesa dei risultati delle indagini. Secondo le autorità pakistane, l’assassinio sarebbe stato compiuto dal gruppo militante Lashkar-e-Jhangvi, una organizzazione settaria collegata ad Al Qaeda e fuorilegge nel paese.