“Fini è un nazionalsocialista”
Il delirio antifiniano dei giornali vicini al PdL tocca oggi una nuova singolare vetta su Libero
Da tempo la stampa di destra – il Giornale e Libero – martella Gianfranco Fini e i suoi uomini, nel tentativo di screditarli e minarne l’attività politica. Oggi il Giornale scavalca una delle ultime frontiere rimaste da scavalcare, con un editoriale di Nicholas Farrell che definisce il presidente della camera – tra le altre cose – “nazionalsocialista”. E non è un aggettivo buttato lì en passant, magari equivocato, ma la conclusione di un ragionamento che mette seriamente in parallelo le opinioni politiche di Fini con il fascismo e il nazismo.
Prima di passare al testo, occorre ricordare che Farrell non è nuovo a simili sparate. Due anni fa il giornalista britannico fu condannato per diffamazione a pagare 25 mila euro: aveva scritto che Simona Pari e Simona Torretta – le due cooperanti italiane rapite in Iraq – erano “viscidi insetti di fogna” e “complici dei terroristi”. Nel febbraio del 2009 scrisse su Libero di voler torturare personalmente gli stupratori con la sega elettrica, in agosto – sempre su Libero – aveva rivendicato il suo diritto di genitore di prendere a calci e a schiaffi i propri figli. A gennaio scrisse un editoriale per dire che va in giro in macchina ubriaco. Insomma, avete capito il tipo: uno che scrive cose talmente assurde da fare tutto il giro e guadagnarsi dei fan. Piuttosto che indignare, la lettura dei suoi editoriali è un’esperienza divertente.
L’editoriale di oggi inizia enunciando la tesi di Farrell: “con la cacciata di Gianfranco Fini dal PdL, la destra italiana ha la possibilità di liberarsi dalla destra fascista, cioè dalla destra sinistroide”. Farrell sostiene che Fini faceva da tappo, impedendo al PdL di trasformarsi in una destra “moderna, anglosassone, veramente liberale”. Inutile porre obiezioni su come una destra liberale e anglosassone gestirebbe minuzie come il conflitto d’interessi di Berlusconi o la deferenza del suo governo nei confronti del Vaticano: andiamo avanti.
Diciamolo: la destra di Berlusconi è di destra; la destra di Fini, è di sinistra. Ultimamente, tanti (fra cui anche Feltri su il Giornale) hanno dato del compagno a Fini. Come mai, si sono chiesti, il delfino di Giorgio Almirante si comporta come uno di sinistra? Ma non hanno capito l’essenza del fascismo. Avrebbero fatto meglio dargli del camerata.
E qui comincia il parallelo tra Fini e il fascismo che porterà alla definizione del presidente della camera come “nazionalsocialista”.
È ora di ammetterlo: il fascismo era roba di sinistra. Per noi anglosassoni di destra la parola d’ordine è “libertà” del cittadino. Ecco perché abbiamo combattuto la Seconda guerra mondiale contro la destra nazifascista. E il nostro leader durante quella guerra, Sir Winston Churchill, era un uomo di destra. Per quanto mi risulta Fini ha fatto solo due cose di destra (nel senso anglosassone) recentemente : (1) è andato a Gerusalemme per chiedere scusa per la Shoah; (2) fuma.
Qui il ragionamento si fa acrobatico. La Shoah sarebbe “roba di sinistra” così come il divieto di fumare nei luoghi pubblici. Anche a voler far passare l’assurdità di descrivere la Shoah come “roba di sinistra” – e quindi andare a Gerusalemme come roba di destra – rimane una contraddizione grande come una casa: il famigerato divieto di fumo nei locali pubblici è stato introdotto da un governo berlusconiano e da un ministro berlusconiano. Non da Fini, né dalla sinistra. Ma è inutile star lì a far le pulci su questo e quello: l’editoriale di Farrell è un delirio che non conosce dubbi e incertezze.
Diciamolo: c’è anche un nesso fra l’odio per ebrei e l’odio per i fumatori. Hitler e Mussolini odiavano il fumo. E non per niente quelli che vogliono tramite lo Stato vietare ai cittadini il loro diritto di fumare, bere, mangiare il grasso, ecc., vengono definiti in America e in Inghilterra “health fascists”, cioè: fascisti del salutismo. Da fumatore, ad esempio, io sono costretto ormai a vivere da cittadino di seconda classe per strada anche quando nevica come un cane randagio. Mi manca solo la stella gialla. Da bevitore di sangiovese non posso più guidare anche se non ho mai avuto un incidente stradale in vita mia. E anche se l’alcool in sé non è la causa degli incidenti stradali ma l’alcool più il testosterone. Per uno della destra anglosassone il fumatore e il bevitore, persino l’obeso, ha il diritto di fumare/bere/abbuffarsi, e lo Stato non ha il diritto di farlo smettere. Nel nome della libertà.
Anche mettendo agli atti come confessione il passaggio in cui Farrell dice di essere “bevitore di sangiovese”, risulta sorprendente il salto con cui da questo paragrafo si arriva all’asserzione piuttosto impegnativa per cui Fini sarebbe di sinistra, quindi un fascista. Anzi, un nazista.
Alcuni giorni fa su questo giornale Gianpaolo Pansa ha dato del “fascio-comunista” a Fini. Io non mi fermerei qui. Fini, secondo me, è un nazionalsocialista. Ed ecco perché non va d’accordo con Silvio “il Magnifico”. Il Cav da imprenditore crede nel mercato libero, Fini no. Fini, da post-fascista, adora lo Stato e il sociale. Alla sua conferenza stampa di venerdì ha cercato di liquidare il Cav come “illiberale” perché troppo aziendale. La verità è il contrario. L’illiberale è Fini perché post-fascista, cioè di sinistra. […] Con la cacciata di Fini dal PdL Silvio si è tolto dai coglioni la destra di sinistra. Evviva la libertà!