Il deputato abusivo Drago resta in Parlamento
Interdetto dai pubblici uffici, la giunta per le elezioni avvia la sua decadenza ma rimanda il voto alle calende greche
Malgrado sia ufficialmente interdetto dai pubblici uffici, Giuseppe Drago passerà un’altra estate da deputato, e probabilmente un autunno. La Giunta delle elezioni della Camera ha infatti stabilito che l’onorevole dell’UDC dovrà rendere conto della propria posizione solo il prossimo 6 ottobre, e che successivamente l’aula di Montecitorio dovrà votare per l’eventuale decadenza della carica ricoperta.
La Cassazione ha condannato Drago per peculato, per una vicenda che risale al 1998 e riguarda l’appropriazione indebita di fondi riservati alla Regione Sicilia, e ha confermato la sua interdizione dai pubblici uffici fino al prossimo giugno 2012. Nonostante l’interdizione, il deputato dell’UDC non si è mai dimesso e mantiene la propria carica in Parlamento come se nulla fosse, in una violazione plateale e paradossale della sentenza favorita dalle complici lentezze del parlamento.
La Giunta delle elezioni ha infatti rimandato per mesi qualsiasi decisione sull’onorevole abusivo, ipotizzando anche la possibilità di sospendere temporaneamente la carica di Drago in attesa della fine dell’interdizione dai pubblici uffici. Questa possibilità avrebbe però comportato una modifica ai regolamenti della Camera e il presidente, Gianfranco Fini, si era opposto a tale soluzione comunicandolo a Maurizio Migliavacca, il deputato del Partito Democratico che presiede la Giunta.
Stando ai verbali della seduta di ieri della Giunta delle elezioni, a favore della soluzione che porterà al voto in aula sulla decadenza della carica di Drago si sono espressi gli onorevoli Maria Piera Pastore (Lega Nord Padania), Pino Pisicchio (Misto – Alleanza per l’Italia), Donata Lenzi (Partito Democratico), Andrea Orsini (Popolo della Libertà), Maurizio Migliavacca (Partito Democratico).
Contro la proposta si è invece schierato il deputato dell’UDC, dunque collega di partito di Drago, Angelo Cera. Secondo l’esponente dell’UDC il caso dovrebbe essere risolto attraverso un intervento legislativo e ritiene dunque che la Camera non debba «dichiarare la decadenza del deputato Drago dal mandato parlamentare in quanto, qualora ciò avvenisse, si creerebbe un vulnus costituzionale al principio della rappresentanza elettiva». Cera ha poi fatto notare come i comportamenti contestati a Drago siano stati commessi da più presidenti di regione nel corso degli anni, una sorta di attenuante “mal comune”.
Nei primi giorni di ottobre – ovvero tra altri due mesi, ennesima procrastinazione – l’onorevole Drago sarà ascoltato dalla Giunta e avrà di nuovo la possibilità di far sentire le proprie ragioni. Successivamente sarà messa in calendario una seduta della Camera per procedere al voto sulla sua eventuale decadenza. I tempi potrebbero essere ancora lunghi e nel frattempo l’onorevole interdetto dai pubblici uffici potrà continuare a votare le leggi e dibattere in aula come se niente fosse.