Dammi una Vespa e ti porto in Oriente
Piaggio vuole conquistare i mercati asiatici con i suoi scooter a basso costo, se la concorrenza le fa spazio
Le vendite in Europa della Vespa non vanno molto bene, così Piaggio pensa all’enorme bacino di potenziali clienti dell’Asia per tornare a vendere. I piani della società italiana guidata da Roberto Colannino hanno colpito il Wall Street Journal, che oggi dedica al futuro della società un lungo articolo. Piaggio è impegnata nello sviluppo di una nuova versione della Vespa che sarà venduta in India, il più grande mercato al mondo degli scooter che potrebbe quindi regalare notevoli volumi di vendite.
Il progetto prevede l’investimento di 100 milioni di euro nel corso dei prossimi tre anni in India per raddoppiare l’attuale capacità produttiva dell’azienda. Piaggio intende iniziare a produrre la Vespa in versione indiana nel paese asiatico a partire dal 2012, tornando in un’area commerciale abbandonata per quasi quindici anni. Il piano prevede anche il redesign di alcuni veicoli commerciali già distribuiti in India, compresi i tuk-tuk: i taxi a tre ruote che scorrazzano per le trafficate città indiane.
L’impegno di Piaggio in Asia non interessa solamente l’India, ma anche altri paesi come il Vietnam, la Malesia, l’Indonesia e le Filippine. In Vietnam la società ha deciso di rinforzare la produzione nello stabilimento avviato circa un anno fa. L’impianto realizzerà una nuova generazione di Vespa a basso costo, progettata apposta per i mercati asiatici. E anche la Cina non sarà esclusa dai piani di Colannino, spiega sempre il Wall Street Journal:
Piaggio cercherà anche di muovere alcuni passi in Cina, il mercato più importante al mondo per consegne di scooter. Nel mese di agosto, Piaggio inizierà a vendere l’MP3, il suo scooter con tre ruote, nei concessionari Cinesi. La Vespa sarà distribuita in Cina presto, ma i tempi per il debutto non sono stati ancora stabiliti e nemmeno i prezzi.
Il particolare interesse di Piaggio per l’Asia è dettato dalla necessità di compensare il progressivo calo delle vendite in Europa, dove la crisi economica continua a farsi sentire. I ricavi della società sui mercati europei sono diminuiti del 4,9% nei primi mesi del 2010 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sul fronte asiatico, invece, le cose sono andate diversamente e Piaggio ha potuto registrare un aumento dei ricavi pari al 74% e a 200 milioni di euro.
Affermarsi nei mercati dell’Asia non sarà comunque semplice. I produttori europei in genere faticano a causa dei prezzi alti dei loro prodotti, che non reggono la concorrenza di società come Honda e Yahama che riescono a offrire i loro scooter a prezzi più bassi grazie ai minori costi di produzione. Piaggio dovrà anche confrontarsi con Bajaj Auto, uno dei principali produttori indiani di scooter a basso costo.
Negli studi di progettazione di Pontedera in provincia di Pisa, ingeneri e designer hanno lavorato a lungo per realizzare un prodotto più economico adatto per i mercati asiatici. La Vespa per l’India avrà motori privi di sistema per l’iniezione e non rispetterà gli standard per le emissioni di anidride carbonica imposti nei paesi europei: scelta su cui Colaninno e il Wall Street Journal non offrono riflessioni. Per ridurre ulteriormente i prezzi e rendere più semplice la sostituzione degli pneumatici (le strade indiane sono particolarmente ostili), i freni a disco sono stati sostituiti con i tradizionali freni a tamburo.
I progettisti hanno ridotto l’altezza dal suolo del piano della Vespa così che i conducenti, che tendono a essere più bassi in India secondo una indagine di mercato della Piaggio, possano toccare terra con i piedi più facilmente.
Costruendo la Vespa direttamente in India, Piaggio potrà inoltre ridurre ulteriormente il prezzo finale del prodotto. Nel paese asiatico la manodopera costa meno e la costruzione di ogni scooter dovrebbe costare circa 600 euro, la metà rispetto a quanto costa produrre un modello simile in Italia, spiega Colannino. In attesa di vendere la nuova Vespa indiana, la società avvierà a breve la distribuzione di una serie di scooter, MP3 compreso, nelle città di Pechino e Shanghai e in altre aree della Cina. I prezzi saranno però quelli europei, dunque i prodotti saranno indirizzati alle fasce alte del mercato. Se le vendite andranno bene, tra tre anni Piaggio potrebbe avviare la produzione di alcuni modelli direttamente in Cina, con un modello industriale simile a quello previsto per l’India.
Con i tempi che corrono, e i recenti modelli di esportazione della produzione Fiat, queste grandi manovre asiatiche potrebbero far temere per gli stabilimenti e le produzioni italiane: il Wall Street Journal non fa cenno alla questione, ma secondo il suo racconto gli impianti in Asia dovrebbero essere dedicati solo ai prodotti per quel continente, mentre la tipologia di scooter venduta in Europa sarebbe radicalmente diversa e plausibile solo nei sistemi di produzione italiani. Certo, poi le cose cambiano, la crisi, eccetera.