Un computer da 35 dollari per le scuole indiane
Il dispositivo è ancora un prototipo, ma il governo vuole avviarne la produzione entro pochi mesi
Realizzare un computer che costi meno di cento dollari per i paesi del terzo mondo è da tempo l’obiettivo di Nicholas Negroponte. Il suo progetto One Laptop per Child è stato promosso da numerose associazioni umanitarie, ma al tempo stesso ha raccolto anche critiche da chi non ritiene opportuni gli investimenti in computer dove spesso le priorità sono altre (cibo e acqua, per esempio) e che ha bollato il piano come insostenibile economicamente. Quella di Negroponte è sicuramente l’iniziativa più conosciuta per l’abbattimento del divario digitale, ma non è l’unica.
Questa settimana il ministro indiano per le Scienze Shri Kapil Sibal ha presentato un piccolo computer che costa 35 dollari, assomiglia a una via di mezzo tra un iPad e una console portatile per i videogiochi e sarà distribuito nelle scuole indiane per arricchire l’offerta formativa. Il modello presentato dal governo è stato realizzato dai ricercatori dell’Indian Institute of Technology e dall’Indian Institute of Science ed è ancora un prototipo, ma le autorità indiane confidano di poterne avviare entro pochi mesi la produzione.
Una produzione di massa del dispositivo potrebbe consentire di abbattere ulteriormente il prezzo finale, portandolo dagli attuali 35 dollari previsti a una cifra compresa tra i 20 e i 10 dollari. I primi esemplari potrebbero essere assemblati da alcune aziende di Taiwan in attesa di avere maggiori risorse per avviare la produzione in India.
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Sulla cifra finale influisce al momento il pannello solare che gli sviluppatori del progetto hanno deciso di inserire per alimentare il piccolo computer. I pannelli per trasformare la luce del sole in energia elettrica sono costosi e ottenere particolari sconti non sarà semplice. Per far diminuire il prezzo, le autorità indiane puntano comunque sulle grandi quantità: le scuole in India sono frequentate da decine di milioni di studenti, un bacino molto ampio cui i produttori di dispositivi elettronici guardano con interesse, spiega il Times of India. Il 3% del bilancio annuale del paese viene investito per l’educazione, cosa che ha consentito di portare al 64% il livello di alfabetizzazione tra gli indiani. Tuttavia, molti studenti sono appena in grado di leggere e scrivere e le infrastrutture scolastiche sono spesso inadeguate.
Per mantenere bassi i costi, i responsabili del progetto hanno deciso di utilizzare programmi Open Source e un sistema operativo basato su Linux, dunque risorse disponibili gratuitamente e prive di particolari e costose licenze. Attraverso lo schermo sensibile al tocco, chi utilizzerà il nuovo computer potrà visualizzare video e immagini, leggere i file di testo in formato PDF e utilizzare programmi come Open Office per creare e modificare documenti.
La presentazione del nuovo prototipo arriva a un anno e mezzo dall’annuncio del progetto Sakshat che avrebbe dovuto portare alla produzione di un computer portatile a basso costo intorno ai 10 dollari. Il piano subì alcune battute di arresto e raccolse lo scetticismo dello stesso Negroponte che liquidò l’iniziativa con un: «Temo non sia una cosa seria. Vorremmo tutti un laptop da 20 dollari, ma solo il display costa già di più».