Prove tecniche di larghe intese
Pochi giorni fa a Roma il consiglio comunale ha approvato all'unanimità un importante decreto
Pochi giorni fa nel Consiglio comunale di Roma è accaduta una cosa piuttosto rara: una norma – una norma molto importante, per giunta – è stata approvata all’unanimità. Visto che da giorni si fa un gran parlare di larghe intese, di accordi bipartisan per risolvere i problemi più pressanti del paese, il fatto potrebbe avere qualche rilevanza. Anche perché, come scrive Miriam Mafai sulle pagine romane di Repubblica, Roma avrebbe bisogno di interventi incisivi su diversi fronti.
Ora, in una città come Roma, dove i servizi sociali sono sempre più scadenti, le strutture per l’infanzia sempre più scarse, le strade sempre più sporche e dissestate, i trasporti urbani sempre più difettosi, ci piacerebbe che venissero studiate e approvate dalla maggioranza in concordia con l’opposizione, misure adatte a migliorare la vita quotidiana di noi romani, delle nostre famiglie, dei nostri bambini. I temi i problemi che angustiano la nostra vita quotidiana, che la rendono sempre più difficile, che logorano la nostra salute e la nostra pazienza, sono ben presenti alla nostra attenzione ed alla attenzione- mi auguro- di chi ci governa. E saremmo pronti a salutare, con convinzione e persino con entusiasmo, piccole o grandi intese tra maggioranza e opposizione raggiunte per risolvere, o avviare a soluzione, i problemi della nostra città.
Non si può dire che sia andata esattamente così. Il Consiglio comunale ha votato all’unanimità il primo dei decreti attuativi del programma di Roma Capitale, volto a dare alla città maggiori poteri e autonomie. La prima conseguenza del decreto attuativo è proprio la denominazione del Consiglio comunale, che ora si chiamerà Assemblea capitolina. La seconda conseguenza è allargare a sessanta il numero dei membri dell’assemblea (il governo lo aveva fissato a quarantotto) e a quindici gli assessori (il governo lo aveva fissato a dodici). Poca altra roba. “Il dibattito è stato veloce, snello ma bello”, ha detto alla fine il sindaco Gianni Alemanno. Miriam Mafai è di tutt’altro avviso.
Il Consiglio Comunale, con il pieno accordo di maggioranza e opposizione, ha modificato quel decreto riportando a sessanta il numero dei consiglieri e a 15 il numero degli assessori. La “casta” insomma, con il consenso di maggioranza e opposizione – di chi oggi governa e di chi, domani, forse governerà – si allarga, consolida le sue prerogative e i suoi privilegi. A qualche chilometro dal Campidoglio, alla Pisana, nella stessa giornata di lunedì veniva battuto ogni record nominando ben 16 Commissioni (con relativi 16 presidenti e 32 vicepresidenti), il doppio di quelle di cui dispone la Regione Lombardia o l’Emilia Romagna. Ma almeno, alla Pisana, l’opposizione non ha condiviso con lo stesso entusiasmo la decisione.