In Indonesia pregavano verso la Mecca dalla parte sbagliata
Le autorità religiose avevano sbagliato i calcoli, così per mesi i fedeli hanno indirizzato le loro preghiere verso la Somalia e non l'Arabia Saudita
Per molti mesi i musulmani dell’Indonesia hanno pregato nella direzione sbagliata, mancando di quasi 1.600 chilometri la Mecca. I credenti hanno così inviato le loro preghiere verso la Somalia e non verso l’Arabia Saudita dove si trova la città santa in cui nacque il profeta Maometto. Un membro del MUI, il Consiglio degli ulema indonesiani (i dotti musulmani che studiano la religione), ha ammesso lo sbaglio dovuto a un errore di calcolo compiuto lo scorso marzo quando le autorità religiose fornirono indicazioni ai fedeli sull’orientamento da assumere per pregare verso la Mecca.
Ogni giorno decine di milioni di musulmani si rivolgono verso la città dell’Arabia Saudita per indirizzare le loro preghiere. Almeno una volta nella loro vita, i fedeli che se lo possono permettere devono compiere un pellegrinaggio (hajj) verso la Mecca, dove secondo la tradizione Allah si rivelò per la prima volta al profeta Maometto, che era nato proprio in quei luoghi.
I membri del MUI si sono accorti dell’errore dopo una serie di studi, condotti in collaborazione con alcuni astronomi. La ricerca ha dimostrato che i fedeli indonesiani pregavano verso la Somalia e il Kenya e non verso la Mecca, che si trova quasi a 1.600 chilometri più a nord. L’errore non ha comunque compromesso l’efficacia delle preghiere, precisa uno dei membri del MUI al Guardian: «Allah comprende gli errori degli umani. Allah ascolta sempre le loro preghiere».
Per evitare episodi simili in futuro, il sito web del MUI invita i fedeli a consultare Qibla Locator, un sito che fornisce la giusta direzione verso cui pregare in base alla propria posizione geografica. In Indonesia sono del resto molto sensibili al problema del corretto orientamento per la preghiera anche a causa di alcuni altri precedenti verificatisi lo scorso gennaio.
All’inizio dell’anno, l’esperto di Islam Mutoha Arkanuddin sostenne che almeno metà delle moschee del paese segnalavano una direzione scorretta per rivolgere le preghiere verso la Mecca. MUI e governo indonesiano bollarono come irresponsabili le affermazioni di Arkanuddin, ricordando che le autorità religiose controllano con frequenza la correttezza delle indicazioni per pregare verso la Mecca nelle moschee. Un’informazione preziosa per i 200 milioni di musulmani che ogni giorno inviano le loro preghiere dallo stato del sud-est asiatico.