A piccole dosi
Negli ultimi mesi l'omeopatia è stata più volte attaccata duramente in Gran Bretagna
La discussione sull’omeopatia, che il Post ha raccontato particolarmente vivace e agguerrita in Gran Bretagna, arriva in Germania dove lo Spiegel ne traccia un riassunto, dalle sue origini fino alle ultime polemiche contro le sovvenzioni statali a quella che molti non considerano una dottrina medica.
Spiega il settimanale tedesco che le basi dell’omeopatia sono state fondate alla fine del XVIII secolo dal medico tedesco Samuel Hahnemann. Al tempo venivano usati diffusamente rimedi medici tradizionali come salassi, clisteri o altri metodi che erano sia dolorosi e pericolosi per i pazienti, sia non molto utili ai fini della cura della malattia. Quindi, scrive Spiegel, al tempo l’omeopatia era sembrata un bel progresso.
Il metodo terapeutico dell’omopatia si basa principalmente su due aspetti. Il primo è che una malattia si possa curare con la causa stessa che la determina: l’Arsenicum Album, per esempio, viene usato per curare le intossicazioni alimentari ed è composto proprio da sostanze che causano quelle stesse intossicazioni alimentari (da cui il nome “omeopatia”, stessa malattia in greco). Il secondo aspetto verte sulla bassissima quantità di principi attivi disciolti nelle soluzioni di acqua e zucchero di cui sono composti i rimedi omeopatici. Spesso, sono così tanto diluiti da non essere più rintracciabili. Gli omeopatici difendono l’efficacia del metodo spiegando che l’acqua ha “memoria”, un dato non ancora dimostrato scientificamente.
Sulle iniziative contro la legittimazione medica dell’omeopatia in Gran Bretagna, lo Spiegel racconta che nel febbraio scorso, in una decina di città di quel paese diversi gruppi di persone, soprattutto giovani, sono andati a comprare una bottiglietta di Arsenicum Album. Alle dieci di mattina in punto le hanno aperte, e hanno ingoiato le pillole contenute nella bottiglietta. Non due, non tre, ma tutte. A nessuno di loro è successo nulla e l’inventiva dimostrazione ha ottenuto attenzione sui dubbi nei confronti di una medicina che usa sostanze a cui il nostro corpo si rivela indifferente anche se assunte in grandi quantità.
Proteste come questa si sono moltiplicate nel corso degli ultimi mesi in Gran Bretagna, dove la battaglia tra medicina tradizionale e alternativa — che vanta difensori di spicco come il principe Carlo — si è fatta sempre più intensa.
In un periodo in cui i pazienti britannici sono obbligati ad aspettare fino a due settimane per semplici operazioni come un’appendicectomia e in cui medicazioni costose vengono spesso rifiutate, molti si stanno chiedendo perché il governo continui a pagare per trattamenti la cui efficacia non è stata provata.
A inizio anno il Science and Technology Committee della Camera dei Comuni britannica aveva prodotto un’articolata documentazione dove si sosteneva che i prodotti omeopatici non sono efficaci e non funzionano meglio di un placebo, e che non dovrebbero essere quindi coperti economicamente dal servizio sanitario nazionale. Alle stesse conclusioni è arrivata nei mesi scorsi la British Medical Association (BMA), che ha invitato le autorità britanniche a eliminare le sovvenzioni statali definendo l’omeopatia una “stregoneria”. La Society of Homeopaths si è difesa illustrando dati secondo i quali sarebbero solo 600 i medici in tutta la Gran Bretagna a prescrivere prodotti omeopatici, che costerebbero quindi solo lo 0,001% degli 11 miliardi di sterline previsti dal bilancio del servizio sanitario nazionale per i farmaci.
Rispetto alla Gran Bretagna, in Germania l’omeopatia è in una posizione decisamente più forte. Il numero di persone che la approva è più alto, e ha l’esplicito sostegno di esponenti politici come la leader dei Verdi Renate Künast. Un sondaggio ha stabilito che il 57 per cento dei tedeschi ha usato rimedi omeopatici almeno una volta, e che il 25 per cento si considera un “utlizzatore convinto.”
Spiegel indica le ragioni principali del boom dell’omeopatia:
La freddezza e l’ossessione per la tecnologia che permeano la medicina tradizionale. Molti dottori passano solamente cinque minuti con i loro pazienti, limitandosi a piazzare una ricetta nelle loro mani. Un sondaggio di giugno della rivista medica Deutschen Ärtzeblatt medica ha scoperto che solo il 34 per cento delle persone definerebbe la sanità tedesca come “molto buona” o “eccellente”.
I medici hanno inoltre cercato di approfittare del trend e, secondo la German Associations of Pharmacists, ora sono in 6.712 a portare il titolo di “omeopata”, un numero che si è triplicato dal 1993. E più di metà delle compagnie di assicurazioni, sia pubbliche che private, prevedono la copertura delle cure omeopatiche, nonostante le visite degli omeopati impongano costi e tempi maggiori di quelle tradizionali.
Ma anche in Germania circolano le prime proteste contro questi finanziamenti, come quelle di Karl Lauterbach, scienziato, politico e professore di economia sanitaria all’Università di Colonia, una voce di spicco nel dibattito tedesco sulla questione.
“Molti pazienti pensano che se la loro assicurazione paga l’efficacia sia provata”, dice. Questo spinge molti pazienti a credere che malattie serie come l’alta pressione del sangue o il cancro possano essere trattate omeopaticamente. Lauterbach accusa le compagnie assicurative di sfruttare l’omeopatia solo da un punto di vista economico, e dice che sarebbero loro stesse a non credere in queste cure. La scienza, continua, non può essere ignorata e le leggi andrebbero cambiate. “Alle compagnie d’assicurazione pubbliche dovrebbe essere proibito di pagare per l’omeopatia”.
Il ministro della sanità Philipp Rösler del Free Democratic Party, spalleggiato da diversi partiti politici come l’Unione Cristiano Sociale vicino all’Unione Cristiano Democratica di Angela Merkel, ha però dichiarato di non voler apportare modifiche alla legge.