“Formigoni è un altro amico mio”
Il Fatto pubblica una surreale conversazione col misterioso Pasquale Lombardi, l'uomo che parlava a magistrati, governatori e sottosegretari
È un vecchio imbroglio fatto di complicità tra parlamentari e giornalisti: i primi hanno diritto a visitare le carceri per verificare le condizioni dei detenuti e incontrarli malgrado qualsiasi misura di isolamento imposta dai magistrati. A volte lo usano anche per verificare o alleviare misure coercitive eccessivamente severe. È un diritto garantista e saggio.
Altre volte, invece, e qui sta l’imbroglio, ne approfittano per la visibilità garantita dall’essere gli unici ad aver incontrato detenuti che fanno notizia, oppure per dare a un detenuto che pensano lo meriti la chance di fare uscire i suoi pensieri; i giornalisti attendono il parlamentare fuori dal carcere, si fanno raccontare e riportano il racconto delle conversazioni come se fosse una vera e propria intervista.
Questo per inquadrare l’anomalia iniziale del colloquio – ulteriormente surreale – tra l’onorevole Francesco Barbato dell’IdV e il geometra Pasquale Lombardi della lobby Carboni, pubblicato dal Fatto. Barbato, a quanto riferisce il Fatto, ha preso direttamente una montagna di appunti (ma le domande e le risposte lasciano sospettare anche un lavoro di editing). Ma soprattutto ha raccolto un lungo racconto a partire da un secondo imbroglio: l’equivoco sul fatto che Lombardi l’abbia preso per un altro Barbato, deputato dell’UDC, di cui aveva una qualche stima. Almeno così racconta il Fatto.
Spiegati questi contesti, il contenuto del colloquio non contiene niente di sensazionale, ma arricchisce proficuamente il finora povero repertorio di informazioni su Lombardi, l’uomo che parlava con magistrati, governatori e sottosegretari cercando di costruire con loro nomine, complotti e traffici vari. Per chi si è incuriosito al soggetto e alla contraddizione tra la sua apparente lievità politica e culturale e la dimensione delle sue relazioni, il testo è interessante e più efficace dei tentativi compiuti finora da altri giornali.
Ma quando parla di sé, a chi fa riferimento: a un partito, a una corrente?
I miei riferimenti nel Pdl sono Cosentino, Caliendo e l’avvocato Ignazio Abrignani, uno che è fortissimo perché fa una montagna di tessere…
Però lei si è adoperato anche per altre candidature alla guida della regione Campania.
Ma solo dopo che è tramontata la possibilità di eleggere Cosentino! Ho tifato per avere Lettieri…. Ma guardi che non ho rapporti solo con il Pdl!
No?
No, è importante avere amicizie a 360 gradi….
Ad esempio?
Beh, Lusetti. Lusetti l’ho fatto deputato io… Si è candidato nel mio collegio, e solo nel mio comune, per dire, ha preso 1200 voti.
E’ passato da poco dal Pd all’Udc.
Perché gli ho fatto una testa così io. Gli ho fatto il lavaggio del cervello…
Ma perché?
Perché, perché…. Renzo, se l’Udc entra al governo, ha il posto da sottosegretario già prenotato
Però forse l’Udc non entra.
E allora se Casini non fa l’accordo, lui o passa in ogni caso nel Pdl, e sempre sottosegretario può diventare. Lusetti mi sta a sentire, fa quello che dico io….
Sarà vero?
(sorriso) Ha lasciato il Pd insieme a Sommese. Ebbene, Sommese ha già avuto l’assessorato in Campania!
Ma come lo ha conosciuto Lusetti?
Era nel gruppo di De Mita, mi è stato presentato quando Tanzi veniva giù in elicottero, e io viaggiavo con lui. Anche con De Mita ho avuto rapporti.
Sì?
Era in un brutto momento, quando volevano portarlo al Tribunale dei ministri…
E lei che c’entra?
Gliel’ho detto che alla Giustizia sono di casa.
Non ho capito ancora bene che cosa lei faccia.
Gliel’ho detto. Io sono amico di molti magistrati. Li faccio conoscere tra di loro, li seguo… Per esempio, il figliolo di Ferri, Cosimo, è un buono Guaglione, un ragazzo in gamba.
Ma quindi lei che fa, l’animatore?
Faccio un esempio, il procuratore di Avellino, Mario Romano… gli mancava un voto per essere nominato, e quel voto glielo ho trovato io.
Si ricorda tutti questi dati?
Ho una agenda, a casa, in cui ho segnato tutto: tutti i numeri, tutti i fatti, tutte le date dei miei incontri.
Altri sponsor?
Formigoni è un altro amico mio. Mi ha dato 20mila euro per dei convegni all’Hotel Gallia a Milano. Poi io l’ho invitato giù, può controllare, all’hotel Gran Principe di Sorrento. Vede Barbato, io sono amico delle massime autorità della giustizia. Però, da tutto quello che ho fatto non ho tratto interesse, non ho guadagnato nulla. Carboni e Martino sono imprenditori, è un’altra storia.
E lei perché lo fa ?
Per la passione che ho, per la politica. Tutti i mercoledì sono a Roma. A Casini, che conosco dai tempi della Dc, incontrato davanti a un bar ho detto: ma perché non lo fai questo benedetto accordo?
Anche con membri del governo?
Ad Alfano gli ho detto: Ma cazzo! Queste intercettazioni! Le cose vanno prima fatte, e poi dette. Se era per me io l’avrei già fatto.
Ma lei cosa fa?
Io faccio questo lavoro di mantenere i rapporti con i magistrati, da 25 anni. Ho iniziato seguendo mio cugino, Giuseppe Faraone, che prima passò per il Csm, e poi fu distaccato all’agricoltura. Ora è morto.
Ma cosa fa per vivere?
Il perito demaniale. Lavoro in tutta Italia, anche grazie alle raccomandazioni, perché questo paese è così. Sono intervenuto anche presso Ugo Bergamo, membro laico del Csm, che ho contribuito a far diventare assessore a Venezia.
E la sua vita?
Ho tre figli. Bice, che è segretaria del sindaco Iervolino, ma che lavora anche con l’assessore Oddati, perché io ho ottimi rapporti pure con Bassolino. Gianfranco, che ha appalti con il ministero della Giustizia. Il terzo fa l’archietto, ma si occupa di perizie legali con i tribunali di Roma, Benevento e Napoli.