Il Vaticano contro le donne
Nei paesi anglosassoni molti commenti scandalizzati dall'equiparazione tra abusi sessuali e sacerdozio femminile contenuta nel nuovo diritto canonico
Quello presentato nei giorni scorsi dalla Congregazione per la dottrina della fede doveva essere un documento che mostrasse la volontà del Vaticano di affrontare adeguatamente lo scandalo degli abusi sessuali sui minori che ha travolto il mondo cattolico nell’ultimo anno.
Il documento, che introduce un nuovo sistema di regole per indagare e perseguire i casi di pedofilia tra preti ed appartenenti ad ordini religiosi, però, ha deluso molte associazioni impegnate contro gli abusi stessi e molte vittime. In più, invece di contenere l’indignazione che gravita attorno alla Chiesa, ha suscitato nuove proteste da parte dei cattolici liberali e dei gruppi cattolici femminili – soprattutto nei paesi anglosassoni – perché inscrive “il tentativo di ordinazione di una donna” tra i crimini più gravi del diritto canonico, al pari degli abusi su minori.
Per indifferenza ai dogmi religiosi più anacronistici, in Italia si è dato poco rilievo a questo aspetto del documento, che rende legge ecclesiastica l’inaccessibilità per le donne a posizioni di responsabilità all’interno della Chiesa (sul sito dell’Ansa si trova la notizia in inglese ma non in italiano). Nel resto del mondo, invece, il nuovo corpus di regole non è stato considerato soddisfacente da molti punti di vista. Ma in particolare l’ufficializzazione così violenta e fuori contesto della posizione vaticana sull’ordinazione femminile, che di fatto chiude ogni possibilità di discussione sul ruolo della donna nelle gerarchie ecclesiastiche, è stata ieri uno dei punti del documento più discussi e criticati.
BBC news riporta il commento di Pat Brown, del gruppo Catholic Women’s Ordination:
Il documento è uno schiaffo in faccia alle donne. Il papa si sta danneggiando da solo
John Hooper, sul Guardian riferisce che i gruppi cattolici femminili del Regno Unito hanno accolto il provvedimento definendolo “atroce”, e cita il commento di Terry Sanderson, presidente della National Secular Society, che definisce il documento
una delle più insultanti e misogine dichiarazioni che il Vaticano abbia fatto da molto molto tempo. Come può una donna che ha rispetto di se stessa voler rimanere parte di un’organizzazione che considera la sua piena e paritaria partecipazione come un “grave crimine”? La risposta rimane un mistero, per me.
Più dura ancora Vivienne Hayes, del Woman’s Resource Centre (associazione non profit di per lo sviluppo e promozione di attività gestite da donne):
Il documento è estremamente dannoso per le donne, dato che chiude la porta ad ogni possibilità di dibattito sull’accesso delle donne a posizioni di responsabilità, in un momento storico che vede le donne ancora sottorappresentate in tutti gli ambiti: politici, religiosi e civili. Dovremmo spingere la Chiesa a comprendere ed ammettere che i diritti delle donne non sono incompatibili con la fede religiosa.
Sono in molti a temere le conseguenze simboliche e pratiche che una presa di posizione del genere può avere sulla vita delle donne, tanto che alcuni gruppi hanno espresso l’auspicio che in occasione della visita papale nel Regno Unito prevista per settembre, il governo sollevi la questione.
Anche se i vescovi americani si sono affrettati a difendere il provvedimento e monsignor Charles Scicluna ha negato di fronte alle proteste ci fosse l’intenzione di mettere abusi e sacerdozio femminile sullo stesso piano, negli Stati Uniti le associazioni come Future Church hanno espresso forti critiche all’istituzione del “reato di tentata ordinazione femminile”. Suor Christine Schenk, presidente di Future Church dice:
A volte ti chiedi che cos’abbiano nella testa. Questo è mischiare le mele con le pere: il fatto che le donne vogliano servire Dio non ha niente a che vedere con i preti che abusano dei bambini. Sono esterrefatta.
In Austrialia alcuni sacerdoti si schierano a favore delle donne. Il Sydney Morning Herald riporta il commento di un prete di Melbourne, che non a caso vuole mantenere l’anonimato:
C’è una lunga lista di cose che non si possono fare, e lo sapevamo già. Ma mettere insieme la questione del ministero femminile e i pedofili nello stesso documento è davvero ridicolo.
L’ex prete e commentatore cattolico Paul Collins chiosa:
Il Vaticano vive in un universo parallelo.
I commenti dei media non sono più indulgenti. Bonnie Erbe di US News scrive:
Ho dovuto rileggere tre volte il paragrafo dell’articolo del Guardian prima di essere sicura di quel che stavo leggendo
Il blog “On faith” del Washington Post definisce l’annuncio “terrificante, offensivo, e degno di protesta da parte di tutti i cattolici del mondo”; “medievale, a essere buoni”. Braney Zwartz del giornale australiano The Age accusa il Vaticano di “grande incompetenza”. Damian Thompson, vaticanista del Daily Telegraph, dice che non avrebbe saputo immaginare un’arma migliore di questo annuncio da offrire ai nemici della Chiesa. E ancora in Gran Bretagna, William Crawley della BBC lo chiama “un altro autogol per la Chiesa”.