Il prossimo sindaco di Milano
A che punto siamo nel centrosinistra con la scelta del candidato che dovrà sfidare Letizia Moratti?
“Fortunatamente ora per tre anni non ci sono elezioni”. La frase è stata ripetuta come un mantra all’indomani delle scorse elezioni regionali da vari esponenti del centrodestra e del centrosinistra: i primi nell’auspicio che la fine della campagna elettorale placasse le tensioni nella maggioranza, i secondi nella speranza di riuscire a organizzarsi e preparare un progetto di lungo respiro verso le elezioni politiche. Al di là del fatto che questi mesi senza elezioni non sono stati affatto meno turbolenti di quelli che li hanno preceduti, non è vero che da qui a tre anni non ci saranno elezioni. Ce ne saranno, e pure di molto importanti: la prossima primavera si voterà infatti per le elezioni comunali a Milano, Torino, Bologna e diverse altre città italiane.
Difficile dire oggi se e quanto le prossime elezioni amministrative potranno rappresentare un test per l’attuale maggioranza – ammesso che sia ancora maggioranza, con l’aria che tira – ma è comunque facilmente intuibile la ragione per cui lo scenario più interessante e delicato è quello di Milano. Le elezioni a Bologna e Torino sono aperte e contendibili, ma al centrosinistra potrebbe bastare non fare disastri per confermarsi al governo. A Milano, nonostante uno storico dominio del centrodestra, la partita è più interessante: un po’ per le condizioni in cui versa l’amministrazione di Letizia Moratti, il cui operato non è stimato nemmeno da molti suoi alleati, un po’ perché da tempo si attende un segno di vita e ripresa da parte del centrosinistra milanese, e conquistare la città di Berlusconi provocherebbe un terremoto politico dalle conseguenze imprevedibili.
Il centrodestra sembra intenzionato a ricandidare Letizia Moratti, nonostante i molti mugugni da parte di ampi settori del centrodestra. Diversi pezzi del PdL sceglierebbero volentieri un altro candidato ma mettere la questione sul tavolo significherebbe l’ennesimo fronte di scontro e trattativa con la Lega, nonché dentro lo stesso PdL: quindi – malgrado qualche smottamento: ieri la Moratti ha dovuto ribadire che il premier punta su di lei – ci si tiene l’attuale sindaco di Milano.
Nel centrosinistra la questione è invece apertissima: talmente aperta che non si capisce chi la stia gestendo, a livello nazionale e a livello regionale. Ogni tanto salta fuori il nome di qualche possibile candidato, dall’immancabile Ferruccio De Bortoli all’altrettanto immancabile Umberto Veronesi. Poi qualcuno spara il nome di Dario Fo e solitamente il dibattito si conclude lì. Passando alle proposte con qualche attendibilità in più, di recente si è fatto il nome di Livia Pomodoro, presidente del tribunale di Milano, sul quale convergerebbe un pezzo del PD. Alcuni hanno provato a proporre l’ennesima candidatura di Filippo Penati, ma dopo la doppia sconfitta in provincia e in regione si tratta semplicemente di un’ipotesi non percorribile; altri hanno proposto Enrico Letta, che si è sfilato a tempo di record. L’unica candidatura ufficiale fino a questo momento è quella di Giuliano Pisapia, stimato giurista e già deputato indipendente di Rifondazione Comunista, sostenuto dai movimenti e partiti che si collocano alla sinistra del PD (ma che tra alcuni elettori e dirigenti locali del PD sta raccogliendo qualche consenso).
Sempre all’interno del PD, però, il movimento “Andiamo oltre”, promosso da Giuseppe Civati, ha proposto di individuare il candidato sindaco del centrosinistra con le elezioni primarie. Se n’è parlato martedì scorso durante un affollato incontro al circolo Gino Giugni di Milano, la data proposta è quella del 10 ottobre 2010. Civati e Monguzzi, altro promotore dell’iniziativa, sostengono che a settembre i candidati in corsa saranno più di uno, e quindi “la gente non accetterà una soluzione diversa da primarie vere”. La decisione finale spetta all’assemblea provinciale del PD, e fino a questo momento il segretario metropolitano Roberto Cornelli si è detto possibilista: se non sulla proposta della data, almeno su quella delle primarie.
«Difficile che le primarie si facciano il 10 ottobre, è più probabile il 26. Comunque, entro ottobre le faremo. Il partito non è spaccato, è lo specchio di una società frammentata. Costruire un progetto comune è impegnativo».