La strage in Uganda durante la finale
Almeno 64 morti e 71 feriti in due attacchi separati, in un ristorante etiope e in un circolo di rugby
Ieri nella capitale dell’Uganda Kampala, a pochi minuti dalla fine della partita tra Olanda e Spagna due bombe in luoghi separati hanno ucciso 64 persone, ferendone altre 71, scrive Reuters. Gli attentati sono avvenuti in un ristorante etiope nel quartiere di Kabalagala e in un circolo di rugby; entrambi i locali erano pieni di gente che si era radunata per guardare la finale dei mondiali sudafricani. Tra le vittime, dieci eritrei ed etiopi e un americano.
“Stavamo guardando la partita, e quando mancavano tre minuti alla fine della partita c’è stata un’esplosione… il rumore è stato fortissimo,” ha detto uno dei testimoni al circolo del rugby, Juma Seiko.
Attualmente nessuno ha rivendicato l’attentato, ma la polizia considera come maggiori indiziati gli estremisti islamici somali di al Shabaab. Il gruppo, affiliato ad Al-Qaida, aveva infatti in precedenza minacciato attacchi in Uganda, in risposta alle truppe di pace che il governo ugandese ha inviato in Somalia a sostegno del governo di transizione di Sheikh Sharif Ahmed, impegnato da anni in una guerra contro i ribelli islamici. Inoltre, c’è la possibilità che l’attentato al ristorante etiope — un ritrovo celebre della vita notturna di Kampala — mirasse a fare vittime tra gli stranieri: l’esercito etiope aveva invaso la Somalia nel 2006, per combattere il movimento islamico a Mogadiscio.
Associated Press scrive che Sheik Yusuf Sheik Issa, uno dei comandanti di al Shabaab, si è dichiarato “felice” degli attentati, rifiutandosi però di dire se il suo gruppo fosse o meno responsabile degli attacchi.
“L’Uganda è uno dei nostri nemici. Qualsiasi cosa faccia piangere loro, rende felici noi. Possa la rabbia di Allah essere contro chi ci è nemico,” ha dichiarato Sheik.
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha definito gli attacchi “codardi e deplorevoli”, e ha annunciato che Washington è pronta ad aiutare l’Uganda a dare la caccia ai responsabili. Anche Hillary Clinton ha commentato l’accaduto:
“Gli Stati Uniti sono al fianco dell’Uganda. Abbiamo una lunga e forte amicizia con la gente e il governo ugandese, lavoreremo con loro per assicurare alla giustizia gli autori di questo crimine.”