Barney e io
Foglio, 2 luglio 2005
di Christian Rocca
Il Post partecipa allo sciopero deciso dalla Federazione della Stampa e dalla Federazione degli Editori di Giornali per esprimere la propria ostilità al progetto di legge sulle intercettazioni proposto dal Governo, e quindi oggi non aggiorneremo il sito e non seguiremo l’attualità. Avremmo preferito iniziative di protesta più costruttive ed esemplari, ma le proposte in tal senso non sono state accolte e aderiamo quindi alla decisione presa. E offriamo ai lettori, al posto degli aggiornamenti, una scelta libera di articoli pubblicati sulla stampa negli anni passati, per parlare di buon giornalismo e perché uno sciopero non sia solo un’assenza.
Esattamente quattro anni fa è morto Mordecai Richler, l’autore della Versione di Barney. Era il 3 luglio del 2001. Non ho mai incontrato MR, eppure mi sembra di averci fatto il militare insieme. Non solo perché ho letto i suoi libri, i suoi articoli, i suoi saggi e quasi ogni cosa lo riguardasse. E nemmeno perché ho conosciuto sua moglie e i suoi figli, né perché sono andato a vedere dove è nato, dove è cresciuto e dove ha ambientato le sue storie. Mi sembra di conoscerlo bene anzi benissimo perché il suo Barney Panofsky è la creatura che meglio di ogni altra sintetizza l’essenza del Foglio che state leggendo: un giornale, per usare una famosa espressione barneyana, “totalmente non necessario” eppure, questo lo dico io, formidabile. (segue)