27 luglio?
BP prova ad anticipare la chiusura della dannata perdita di petrolio e calmare i suoi investitori
“Il piano B del piano B” lo hanno chiamato i responsabili del governo USA che stanno pressando BP per trovare alternative rapide nel caso che l’attuale tentativo di chiudere la perdita di petrolio della piattaforma distrutta Deepwater Horizon non ottenesse i risultati desiderati. Ma BP sta intanto investendo qualche pallida speranza sul riuscire a risolvere il guaio con un paio di settimane di anticipo rispetto alle previsioni fatte pubblicamente finora, per tranquillizzare così i suoi investitori. O almeno sul fare progressi visibili.
Il Wall Street Journal spiega stamattina che al momento BP mantiene il suo auspicio di risolvere il problema entro la prima metà di agosto, ma la stagione degli uragani è ormai di fatto cominciata e può intensificarsi da un giorno all’altro e bloccare le operazioni causando considerevoli ritardi. Il capo delle operazioni BP Bob Dudley ha spiegato ieri in un’intervista che “in un mondo perfetto e senza interruzioni potremmo farcela tra il 20 e il 27 luglio”, definendo però questo scenario “improbabile” a causa appunto degli uragani. I meteorologi hanno promesso a Dudley che da questo venerdì ci potrebbe essere una “finestra” di nove giorni in cui lavorare in condizioni migliori.
Il 20 luglio David Cameron sarà in visita alla Casa Bianca, e la multinazionale britannica ci tiene a mostrare per quella data progressi che possano dare maggior spazio alla sua difesa da parte del primo ministro: l’ambasciatore britannico negli USA sta partecipando alle riunioni con i responsabili delle operazioni della BP per poter fornire a Cameron più informazioni possibili sul quadro. E il 27 la società parlerà agli investitori per comunicare i risultati del secondo trimestre e dovrà dare dei dati più chiari sulle previsioni di costi in risarcimenti.
Ma mentre lavorano per pompare il materiale che chiuda la perdita attraverso due pozzi secondari, i tecnici BP pensano al piano B del piano B, che prevede di collegare la perdita a due altri bacini sottomarini inattivi con degli oleodotti da costruire. Intanto Dudley sta pensando di rimuovere la copertura usata attualmente per convogliare verso le navi in superficie una parte della perdita con una più efficiente – il Washington Post riferiva ieri che la percentuale raccolta è molto inferiore alle promesse fatte a suo tempo da BP – ma la sostituzione potrebbe peggiorare le cose sul breve termine.