La nuova frontiera del ciclismo è il motorino?
Fabian Cancellara ha vinto la prima tappa del Tour de France; lo scorso mese il ciclista era stato accusato di usare una bicicletta a motore
Ieri si è corso il “cronoprologo” del Tour de France, vinto dallo svizzero Fabian Cancellara, grande favorito delle gare a cronometro. Ma da qualche tempo sulle sue prestazioni — e sulla correttezza delle gare ciclistiche — circola un’accusa di illecito che ieri è stata di fatto ufficializzata con la radiografia a fine di corsa della bici di Cancellara: una vera radiografia, per verificare che la bici non avesse al suo interno un piccolo motore.
Cancellara quest’anno ha già vinto la Parigi-Roubaix e il Tour delle Fiandre, ma entrambe le vittorie sono state contestate dalle accuse partite da un video di YouTube messo insieme dal giornalista Michele Bufalino partendo da un servizio andato in onda su Rai Sport, e visto finora 732mila volte. Il video mostra il funzionamento di una bicicletta in tutto simile a quelle usate dai ciclisti, ma con una piccola aggiunta: un piccolo motore di 22 centimetri infilato nella canna in grado di far girare — e velocemente – le ruote da sole.
Il ciclista svizzero ha sempre negato le accuse, e ha accolto bene la notizia dell’introduzione dello scanner per la radiografia:
“Mi sembra una buona cosa, quella attuata dall’Uci [Unione Ciclistica Internazionale]: il sistema esiste, lo si è appurato, quindi bisogna agire perché non venga utilizzato.”
Lo scanner funziona come quello degli aeroporti, è un grosso cubo coperto da un telo blu. Ieri l’Uci l’ha utilizzato per controllare le biciclette di 14 ciclisti sospetti, compresa ovviamente quella di Cancellara, senza rilevare nulla di sospetto, scrive Sport Italia. Il presidente dell’UCI Pat McQuaid ha detto al New York Times di non avere mai avuto dubbi:
“Onestamente non credo ci sia mai stata una bicicletta motorizzata perché non c’è ancora una tecnologia in grado di farlo senza sospetti. Ma nel ciclismo abbiamo imparato che se ci sono sospetti, meglio affrontarli”
E a questo proposito, continuano le accuse di doping del ciclista Floyd Landis al suo ex compagno di squadra e capitano Lance Armstrong, vincitore di sette Tour de France. Nel 2006, Floyd Landis era stato privato della sua maglia gialla al Tour a causa dell’uso di testosterone. Il 30 aprile scorso, il ciclista aveva pubblicamente accusato Armstrong di doping, rincarando ieri la dose con un’intervista al Wall Street Journal, in cui entra nei dettagli del giro di doping e droghe di cui accusa Armstrong.
Landis ha raccontato di festini con cocaina e spogliarelliste a casa di Armstrong nel 2001, e di come la squadra rivendesse le biciclette al proprio sponsor, Trek, per potersi comprare le sostanze dopanti, usate sistematicamente da tutta la squadra. Armstrong e il suo manager hanno più volte respinto le accuse, sottolineando la mancanza di prove e la poca credibilità di Landis.
“La credibilità di Landis è come il latte acido: quando bevi il primo sorso, non devi bere il resto per capire che è tutto andato a male.”